Tommaso Giacomelli

L’esempio più lampante che la stagione della Fiorentina è ormai segnata dalla dura lotta per non retrocedere è quello che indica il grande tabellone dello Stadio Artemio Franchi: 3 a 3. Un pareggio raggiunto all’ultimo respiro con quella che a oggi è la penultima della classifica di Serie A. A onor del vero, il Parma ha pure giocato meglio dei Viola nell’arco di tutti i 90 minuti. Il più inguaribile degli ottimisti, in questo pareggio sofferto e acciuffato per i capelli potrebbe vederci orgoglio e voglia di non mollare fino alla fine, ma è poca cosa. La Fiorentina aveva l’obbligo di vincere, invece, ha quasi perso.

Le attenuanti ci possono essere, come le tante assenze di giocatori fondamentali, ma è un esercizio di poco conto, specialmente perché di fronte avevi degli avversari che non erano di certo di primo piano. La squadra di Prandelli è terrorizzata, spaventata e poco lucida. Lo stesso tecnico è troppo concentrato sul non prenderle, schierando formazioni troppo abbottonate anche quando esiste un solo risultato da cogliere: la vittoria.

Per carità, contro il Parma mancavano Ribery, Kouamè e Kokorin, elementi che di mestiere transitano nell’area avversaria, ma vedere alternarsi prima Eysseric e soprattutto Borja Valero a fare da spalla a Vlahovic, fa riflettere. In panchina nel frattempo sedevano impazienti, giocatori come Callejon e Montiel. L’ex Napoli è ormai un caso, contro i gialloblu è stato messo in campo solo per 15 minuti, troppo poco. Non si capisce, tuttavia, come un giocatore di questo calibro non possa trovare spazio in una formazione del genere.

Capitolo difesa: ottima in fase offensiva, pessima in quella che dovrebbe essere la propria specialità. I tre gol Viola nascono da firme delle retroguardia, come Quarta (splendido colpo di testa), Milenkovic e Pezzella che ha messo un fondamentale zampino nell’autogol di Iacoponi. Sui tre gol del Parma, invece si sono viste delle brutte amnesie, specialmente sul colpo di tacco di Kurtic. Lo stesso Dragowski non è esente da colpe.

La Fiorentina della stagione 2020/2021 è sicuramente tra le peggiori post fallimento, se la gioca con quella del 2004/2005 e con quella del 2011/2012. Tutte avevano i in comune alcune cose: la paura e la confusione. I Viola adesso vedono le streghe, non solo perché il rischio di retrocessione è più che mai reale, ma perché al prossimo turno ci sarà il match contro il Benevento. Un altro banco di prova fondamentale, in cui servirà qualcos’altro rispetto a quanto visto finora per sperare in una vittoria che darebbe speranza a una truppa vuota e molle.

Tommaso Giacomelli

 

Foto Massimo Paolone/LaPresse (ilGiornale.it)

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