Si trasferirà in Toscana Enzo Bianchi, il fondatore della comunità religiosa di Bose (Biella). Si sistemerà nella comunità di Cellole, presso l’omonima pieve, a due passi da San Gimignano (Siena). Lo ha deciso la Santa Sede per mettere fine alle tensioni scoppiate nella comunità dopo l’arrivo del nuovo priore, Luciano Manicardi. Nel dicembre 2019 era stata mandata un’ispezione, dal Vaticano, per toccare con mano quali fossero i problemi: era emerso che Bianchi non aveva realmente ceduto la gestione del monastero al successore, facendo nascere numerose polemiche e tensioni. Dopo alcuni mesi, il 13 maggio 2020, dalla Santa Sede avevano deciso in questo modo: Bianchi deve lasciare Bose. Per tutta risposta il fondatore della comunità, amareggiato per la sua “creatura”, aveva deciso di disobbedire. Ora però dalla Santa Sede è arrivato l’ultimatum: a Bianchi vengono dati sette giorni per andarsene, trasferendosi nella comunità toscana di Cellole, che gli viene ceduta in comodato. Vi potrà vivere con altri confratelli ma senza alcun collegamento con la comunità di Bose.

Intanto a San Gimignano si domandano? Che fine farà la comunità di Cellole? Sarà ancora legata in qualche modo a Bose oppure nascerà una nuova realtà? “L’interesse di San Gimignano è che la comunità di Cellole continui la sua attività”, dice al Corriere il sindaco Andrea Marrucci. Ma la questione è estremamente delicata e di non facile comprensione. Il Vaticano vuole recidere il legame tra Bose e il suo fondatore, quindi è difficile ipotizzare che Bianchi possa guidare una comunità in Toscana che resti, anche solo nominalmente, legata a Bose. Vedremo come andrà a finire la vicenda.

Posizioni cattolico progressiste

La comunità è nata l’8 dicembre 1965, nel giorno in cui si chiuse il Concilio Vaticano II. Enzo Bianchi, allora ventiduenne, dopo gli studi universitari e una intensa attività nell’ambito della Fuci (organizzazione universitaria cattolica) decide di iniziare a vivere in solitudine in una casa affittata presso le cascine di Bose, una frazione del comune di Magnano (Biella).  Tre anni dopo vieni raggiunto da alcuni confratelli, tra cui una donna e un pastore protestante. Inizia così la comunità di Bose, che si è sempre distinta per il dialogo fra le differenti chiese cristiane. Sul piano formale è riconosciuta come “associazione privata di fedeli”, ai sensi del codice di diritto canonico, nell’ambito della diocesi di Biella. Con il passare degli anni la tendenza prevalente è stata quella progressista, in ambito religioso. Comprensibile a partire da tre posizioni espresse da Bianchi: sì al testamento biologico, sì alle unioni civili, no alle tesi di chi sostiene che il cristianesimo sia vittima di un attacco. La comunità di Bose ed Enzo Bianchi sono stati accusati, alcune volte, di porsi al di fuori dai confini della dottrina cattolica. Ma in passato si era parlato anche della possibilità che Bianchi potesse essere nominato cardinale. Ipotesi poi smentita dalla Santa Sede.

 

Foto: ilGiornale.it

 

Scrivi un commento