Tommaso Giacomelli

Provare a raccontare la prestazione della Fiorentina a Bergamo è opera difficile, perché la squadra gigliata si è limitata a scendere sul rettangolo verde e a occupare gli spazi con undici giocatori. Per il resto, il pallone lo ha strusciato poche volte, ad eccezione del buon Dragowski, che anche stavolta è uscito come migliore in campo, salvando la baracca in più frangenti e limitando il pesante passivo. Alla fine, infatti, la Fiorentina poteva uscire anche con una sconfitta ben più larga del 3 a 0 rifilato da un’Atalanta reduce dalla vittoria europea con l’Ajax.

E dire che Cesare Prandelli ci aveva provato a dare la scossa alla sua truppa, sconvolgendo la formazione iniziale, relegando in panchina gente come Castrovilli, Caceres, Callejon e Ribery. Purtroppo il rilancio dei vari Lirola, Venuti, Bonaventura e soprattutto dell’oggetto misterioso Eysseric non ha dato i frutti sperati. La Fiorentina continua ad andare ad andamento piatto, come se ogni tipo di intervento fosse inutile sulla mente di giocatori svuotati e sfiduciati. A Bergamo il primo tiro in porta è arrivato al minuto 86, decisamente troppo poco per chi deve lottare con il coltello tra i denti.

Eppure adesso la classifica dovrebbe far paura, la Viola è ancorata al quartultimo posto con soli 9 punti. Prandelli ha portato alla causa solamente 1 punto su 4 gare disputate in campionato e il calendario propone da qui a Natale delle sfide sulla carta complicate (Sassuolo, Verona e Juventus), dove non resta altro che puntare alla posta più alta, i tre punti. La Fiorentina deve sperare di cambiare marcia in fretta, di unirsi e fare gruppo, magari sfruttando il ritiro punitivo impartito direttamente da Rocco Commisso, perché non può fare i conti coi demeriti altrui e di chi attualmente sta dietro, altrimenti la Serie B diverrebbe non solo un incubo ma una concreta realtà. Si salvi chi può.

Tommaso Giacomelli

Scrivi un commento