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Carlo Azeglio Ciampi cento anni dopo

- Cronaca
9 Dicembre 2020

Nella sua vita fu economista, banchiere, ministro e capo del governo, fino a ricoprire la massima carica dello Stato dal 1999 al 2006.  Carlo Azeglio Ciampi nasceva il 9 dicembre 1920 a Livorno, figlio di Pietro Ciampi e Maria Masino. Da ragazzino mostrò subito la sua grande intelligenza e applicazione, saltando due anni scolastici (quinta elementare e terza liceo) grazie ai brillanti voti acquisiti. Dopo la maturità sostenne l’esame per un posto alla Scuola Normale di Pisa e fu ammesso nella classe di Lettere. Allievo del professor Guido Calogero, filosofo esponente del pensiero liberalsocialista, aderì al Partito socialista d’Azione. Nello stesso anno della laurea (1941) partì in guerra, come sottotenente, spedito in Albania con il corpo automobilistico dell’Esercito. Rientrato in Italia con un permesso, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica Sociale italiana e si rifugiò sulle montagne dell’Abruzzo, a Scanno, dove ritrovò il suo professore, Calogero, mandato al confino per le idee politiche, Si unì a un gruppo di antifascisti per raggiungere gli Alleati dopo la faticosissima traversata del massiccio della Majella. 

Nel dopoguerra dopo le nozze con Franca Pilla, conosciuta alla Normale di Pisa, prese una seconda laurea in Giurisprudenza e vinse un concorso per la Banca d’Italia, dove entrò come impiegato. Vi rimase 47 anni, di cui 14 come governatore. Nel 1993 il presidente della Repubblica Scalfaro gli affidò l’incarico di formare il governo: in piena crisi Tangentopoli fu il primo presidente del Consiglio non parlamentare della storia della Repubblica. Rimase in carica fino alle elezioni del marzo 1994, traghettando il Paese nella Seconda Repubblica. Nel 1996 fu ministro del Tesoro nel governi Prodi e D’Alema. Fu uno dei promotori del risanamento dei conti pubblici che, grazie ai duri sacrifici degli italiani, permise il rientro della lira nello Sme e, in seguito, nel gruppo di paesi fondatori dell’Euro, l’unione economica e monetaria dell’Europa (pur non avendo tutti i numeri in regola per potervi entrare).

“La Repubblica italiana, nel giorno del centenario della sua nascita, rende omaggio alla figura del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, cittadino che ha posto le sue competenze, i suoi ideali, la sua passione, al servizio della democrazia e della Costituzione, meritando stima e riconoscenza”, si legge in un messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella. “La coesione e l’unità del Paese, la spinta all’unione dell’Europa, sono state le direttrici permanenti della sua azione, in ogni ruolo ricoperto, nei passaggi più delicati e anche nei momenti di maggiore difficoltà che ha dovuto affrontare. Lo ha animato – ricorda il Presidente della Repubblica – la profonda fiducia nei valori della civiltà del nostro Paese e nella sua capacità di saper assumere le decisioni più lungimiranti, superando le sfide più impegnative. La determinazione di Ciampi nel voler associare l’Italia al gruppo di testa che volle la nascita dell’euro contribuisce, ancora oggi, al capitale di credibilità di cui la Repubblica gode a livello internazionale”.

Il Consiglio regionale della Toscana ha ricordato Ciampi con una seduta solenne. “Abbiamo voluto questa cerimonia solenne in memoria del presidente Carlo Azeglio Ciampi – ha detto il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo – perché vi è un legame indissolubile fra la Toscana, la sua Livorno in particolare, e il presidente Ciampi. Un legame stretto con la Toscana ma anche con questa istituzione, che ha portato il mio predecessore a dedicare al presidente lo spazio espositivo del palazzo del Pegaso, con una cerimonia che si è svolta alla presenza dei suoi figli Claudio e Gabriella. Per la Toscana è un motivo d’orgoglio annoverare tra i suoi cittadini, che non solo sono nati qui, ma che qui si sono anche culturalmente formati – ha proseguito Mazzeo – un reale servitore della Repubblica, perché il presidente Ciampi è uno di quei padri della nostra democrazia che ha contribuito con le parole, ma soprattutto con le azioni, a costruire la democrazia italiana”.

“Carlo Azeglio Ciampi è stato un Presidente coraggioso”, ha detto Francesco Torselli, presidente del Gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale -. “Oggi è il 15° anniversario del conferimento della medaglia d’oro al merito civile a Norma Cossetto, fu il presidente Ciampi a conferirgliela descrivendola come una studentessa istriana seviziata dai partigiani slavi. Adesso, invece, l’Anpi parla di Norma definendola una presunta martire delle foibe”.

Da ragazzo Ciampi studiò alla Scuola Normale di Pisa. Oggi il professor Luigi Ambrosio, direttore della Normale lo ricorda così: “Fu allievo del filosofo Guido Calogero, nel 1941 a Pisa, dove conseguì la laurea in lettere presso l’Università e il diploma della Scuola Normale. Nel 1946 si laureò anche in giurisprudenza all’Università di Pisa e fu assunto nello stesso anno dalla Banca d’Italia, della quale divenne poi capo del Servizio studi, segretario generale, direttore generale e poi fu nominato governatore”. Ambrosio ricorda poi che “nel 1993 Ciampi inizia il suo impegno di governo, prima come presidente del consiglio dei ministri e poi come ministro del tesoro, bilancio e programmazione economica nei governi Prodi e D’Alema. Durante gli anni del suo mandato ritenne di non accettare riconoscimenti da parte di istituzioni italiane. È stato insignito di lauree honoris causa dalle università di Lipsia, di Oxford e dall’Ecole normale supèrieure di Parigi”.

Il ministero dello Sviluppo Economico ha emesso un francobollo commemorativo di Carlo Azeglio Ciampi, al valore della tariffa B pari a 1,10 euro. La tiratura è di 400 mila esemplari. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, bozzetto a cura del Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La vignetta raffigura un ritratto di Ciampi affiancato, in basso a sinistra, dalla bandiera italiana.

Ciampi mantenne sempre un profondo legame con Livorno, la sua città, e con il Livorno calcio. Il 19 settembre del 2004 volle essere presente allo stadio Armando Picchi per assistere all’incontro con il Chievo, prima partita casalinga in serie A dopo 55 anni.

Uno degli sforzi maggiori del presidente Ciampi fu quello di rinsaldare negli italiani l’amore per la Patria e il Tricolore da esibire come simbolo della coesione sociale e dell’orgoglio nazionale. Per Ciampi il bianco, rosso e verde della bandiera hanno sempre rappresentato un punto di riferimento, un emblema “moderno di un popolo antico, ricco di cultura, di tradizioni, di arte e di nobiltà d’animo”. Da Presidente della Repubblica ha sempre esortato i propri connazionali a “esporlo nelle case, regalarlo ai nostri figli, i sindaci lo donino agli sposi quando celebrano un matrimonio. Diamolo anche alle 11mila persone che ogni anno diventano, per loro scelta, italiane, agli immigrati che hanno deciso di condividere i nostri diritti e i nostri doveri acquisendo la cittadinanza”.

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Giornalista.

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