Tommaso Giacomelli

In una giornata calcistica scandita dal doveroso ricordo di Diego Armando Maradona – omaggiato prima del match e al decimo minuto di gara – la Fiorentina si è persa alla Scala del calcio, di fronte al Milan che si è imposto per 2 a 0. Gli uomini di Prandelli hanno fatto qualche timido passo in avanti – in termini di prestazione – rispetto all’ignobile spettacolo casalingo contro il Benevento, tuttavia non hanno bissato il risultato positivo ottenuto nel turno infrasettimanale di Coppa Italia contro l’Udinese.

Il mister di Orzinuovi per affrontare la capolista sceglie un 4-3-3, osannato a furor di popolo, con Ribery e Callejon esterni alti e Vlahovic nel ruolo di punta centrale. In cabina regina, nuova chance per Pulgar, con Castrovilli e Ambrabat ad agire come mezze ali. A comandare la difesa ci sono Pezzella e Milenkovic, con Caceres nel ruolo di terzino destro e Biraghi libero di offendere sulla corsia mancina. Le chiavi della porta vengono affidate ancora a Dragowski.

L’inizio sembra incoraggiante per i Viola, entrati in campo senza timore reverenziale, seppur con un ritmo e una circolazione della palla molto lenti. Al 17’ i rossoneri passano in vantaggio sugli sviluppi di calcio d’angolo con un colpo di testa di Romagnoli, lasciato colpevolmente solo da Pulgar. Ancora una volta la compagine toscana dimostra la sua scarsa attenzione sui corner difensivi, vera croce della stagione. Dopo il gol subito, gli uomini di Prandelli sembrano avere una buona reazione, provando a pungere con Callejon, ma la doccia fredda arriva presto. Al 26’, Pezzella atterra in area Salemaekers, calcio di rigore per il Milan. Dal dischetto si presenta Kessie, che spiazza Dragowski.

Sul 2 a 0, la Fiorentina sparisce piano piano dal campo, lasciando totalmente l’inerzia in mano al Milan che amministra e sovente colpisce l’imbambolata retroguardia gigliata. I rossoneri hanno l’occasione per andare sul 3 a 0 al 40’, quando Caceres ferma in modo scorretto Theo Hernandez in area di rigore. Kessie prova a ripetersi dagli undici metri, ma viene stregato dal portiere polacco della Fiorentina.

Nella ripresa, Prandelli prova a cambiare le sorti del match, mandando nella mischia prima Bonaventura, poi Lirola e Cutrone, seguiti da Kouame e Borja Valero, senza però sortire grossi effetti. A parte sporadiche occasioni, come un pallonetto tentato da Ribery a tu per tu con Donnarumma, e qualche inventiva di Bonaventura, la Fiorentina è sembrata ancora una volta senza luce. Opaca la regia di Pulgar, macchinoso il lavoro di Ambrabat, mentre Callejon è lontano parente di quello ammirato a Napoli. Senza smalto anche Ribery, uscito dal campo sfiduciato, mentre gli attaccanti continuano a non essere incisivi.

Prandelli ha in mano una squadra malata, depressa e senz’anima, a lui tocca l’ingrato compito di risollevare le sorti di una formazione dal potenziale inespresso, ma ancora senza la giusta bussola. Il 2 a 0 rimediato a San Siro lascia la Viola a 8 punti, un bottino magro e preoccupante, che azzera le premesse di inizio stagione e condanna a guardarsi alle spalle per non restare invischiati nella dura lotta per non retrocedere. Fondamentale è reagire, a partire dalla prossima decisiva sfida contro il Genoa, dove è obbligatorio non sbagliare e portare a casa i tre punti.

Tommaso Giacomelli

Foto: Acf Fiorentina (Facebook)

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