Andrea Cosimi

Era il 1991, anno in cui la Sampdoria di Vialli e Mancini vinse lo scudetto, quando il Pisa retrocesse in serie B. Nessuno, allora, avrebbe potuto immaginare che, da quel momento in poi, sarebbe iniziata un’assenza dalla serie A che dura ininterrottamente da 29 anni. Ventinove anni per lo più caratterizzati da momenti incredibilmente difficili, dal fallimento del 1994 al dissesto patrimoniale del 2009 che costò l’esclusione dai professionisti, senza dimenticare l’incredibile mancato ripescaggio del 2014 in favore del Vicenza e le ultime pesantissime vicende che poi portarono all’avvento della società di Ricci e Corrado. Ventinove anni nei quali il Pisa è stato promosso tre volte in B, nel 2007, nel 2016 e, finalmente, nel 2019, con l’indimenticabile finale di Trieste.

A parte le dieci partecipazioni tra il 1912 ed il 1926 nella massima serie di quei tempi, le presenze in serie A sono solo sette (Fiorentina ottantadue, Livorno diciotto, Empoli tredici, Siena nove, tanto per citare quattro città che, in questi ultimi trenta anni, hanno stazionato a lungo nell’Olimpo del calcio mentre noi ci affannavamo per lo più in serie C). In pratica un’intera generazione di tifosi neroazzurri, senza colpa, è nata e cresciuta tra le serie minori e la C. Una Piazza che, va detto senza timore di essere smentiti, in Toscana è la più seguita e numerosa dopo Firenze e sicuramente la più calda e identitaria in assoluto.

Eppure, ventinove lontanissimi anni fa il Pisa imboccò un cammino che, rivisto oggi, è stato difficilissimo, pieno di sfortuna, di errori e con esiti sportivi ben al di sotto di ciò che una città come Pisa meriterebbe. Un’assenza così prolungata dalla A è un caso più unico che raro tra città famose e di blasone, tra le quali ovviamente Pisa spicca per importanza.

La Società attuale, finalmente, da due stagioni consecutive ci regala solo gioie e ci ha fatto riscoprire quella consapevolezza di essere grandi, o quanto meno di tornare a pensare in grande. Certo la B che inizierà tra poche settimane si preannuncia con molte squadre che puntano alla promozione. Ma il Pisa, la città e tutta la Piazza devono pensare sempre di più in grande, perché non è più ragionevole fare diversamente, l’accontentarsi cozzerebbe in modo vistoso con la nostra convinzione diffusa di valere e meritare di più.

Non sappiamo cosa possa riservarci la stagione in partenza tra poco, certo sarebbe proprio il caso che tutta la Pisa che conta, politica e imprenditoriale, fosse ancora più vicina alla Società: ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare qualcosa per la causa.

“Il Pisa è anche tuo, aiutalo a diventare più forte”, recitava un azzeccato slogan dei tempi di Romeo.

Credo che sia veramente giunto il momento di puntare in alto, con i fatti, con le idee e con il cuore.

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