Francesco Fasulo

È inutile tentare di preparare l’articolo prima della fine, troppi risultati pronti a smontare tutto il teorema. Mi chiedo sempre come possano i giornalisti con il prezioso accredito in tribuna all’Arena Garibaldi spedirlo tre secondi dopo la fine della partita. Il più famoso cantautore cosentino, Brunori Sas, ci indica la strada. “Potremo scalare le montagne e nel primo tempo ci fermiamo al primo ristorante”. Sembriamo svogliati e appagati.

Qualche demente su internet parla di combine e partita venduta. Il mio amico GIGI mutuando Umberto Eco dice che i social sono “i bar del nuovo millennio” e aggiunge però che lo scemo di turno non può essere preso a schiaffi dagli altri avventori quando la spara troppo grossa. Grande limite in effetti.

Un punto al ventesimo del primo tempo sembra oro. Al novanta più tre (riborda!) cambia tutto. E infatti lo lasciamo lì. I cinque punti auspicati dopo il gol di Marconi contro il Trapani non sono più fattibili. Bisogna farne sei?

Il fuoriclasse seduto in panchina dice urbi et orbi per la prima volta che ci proveremo. Hope and believe è il mantra del 2019/2020 e per la salvezza ha funzionato.

Ad Asencio dedico un pensiero. Non lo scrivo. Anzi sì: cresci! Il resto, quello che non si può scrivere sul “coche dorado”, potete immaginarlo voi.

Michael Jordan, non fracaxxo da Velletri, diceva che col talento si vincono le partite ma col lavoro di squadra e l’intelligenza si vincono i campionati. Bona Ugo!

Foto: Raul Asencio (Instagram)

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