Finisce come ormai tutti si aspettavano: ultimo in classifica, in crisi di risultati, di gioco e di fiducia, il Livorno torna in Serie C. All’inizio del lockdown il patron Spinelli si era lasciato scappare ad alta voce un auspicio che era parso subito una furbata: “Fermiamo il campionato, congeliamo tutto e se ne riparla il prossimo anno”. Per la sua squadra avrebbe voluto dire ripartire dalla B. Ma il pallone ha ripreso a rotolare sui campi, nonostante gli spalti vuoti, e i campionati sono ripartiti. Nulla da fare per gli amaranto, che dopo la sconfitta in casa con la Cremonese, dato che la Juve Stabia ha pareggiato e l’Ascoli ha vinto i punti di distacco dal quartultimo posto (utile per i playout) sono diventati 16, troppi da recuperare con 5 partite ancora da disputare.

Nessuno si sorprenda. La stagione era iniziata male ed è finita come ampiamente prevedibile. Sarebbe servito uno sforzo in più per mantenere la categoria, e sicuramente la voglia di investire ancora da parte della proprietà, che però, dopo tanti anni, aveva desiderio di farsi da parte. Ma anche su questo fronte c’è stato lo smacco della trattativa fallita con l’imprenditore olandese-libanese Majd Yousif.

Nella gara con la Cremonese, tecnicamente più attrezzata, il Livorno comunque ce l’ha messa tutta. Alla fine del primo tempo lombardi in vantaggio con Ciofani, abile nell’anticipare Coppola di testa. Al 10′ st Coppola sfrutta la sua altezza e segna di testa su calcio d’angolo, riportando in pari la partita. La Cremonese spinge perché vuole i tre punti, ma senza grandi occasioni. Solo nei minuti di recupero arriva il gol, con Valzania che di destro, da fuori area, insacca in rete. Game over per il Livorno. Ma ormai era solo una formalità burocratica. Nessuno da tempo, a Livorno, credeva più ai miracoli.

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