Politico di lungo corso il liberale Alfredo Biondi si è spento all’età di 92 anni (li avrebbe compiuti il 29 giugno). Era nato a Pisa nel 1928, nella città toscana aveva studiato Legge e si era formato alla scuola forense pisana del professor Francesco Carnelutti. Alla sua Toscana era rimasto sempre legato, anche se per lavoro si era trasferito a Genova, divenendo ben presto un principe del Foro.

Entrò la prima volta in Parlamento nel 1968, eletto alla Camera nelle file del Partito liberale italiano, in cui militò sempre, ricoprendo anche la carica di segretario dal 1985 al 1986. Tornò a Montecitorio nel 1979 e da allora riconfermato ininterrottamente dall’ottava alla quattordicesima legislatura; a partire dal 1994 con Forza Italia, in cui entrò a far parte all’inizio della “seconda Repubblica”. Dal 2006 al 2008 l’ultima presenza in Parlamento, stavolta al Senato.

Biondi fu ministro delle Politiche comunitarie nel quinto governo Fanfani (1982-83) e dell’Ambiente nel primo esecutivo Craxi (1983-85). Nel primo governo Berlusconi fu ministro della Giustizia e, proprio in quell’occasione, finì al centro di grandi polemiche per il decreto legge che prese il suo nome, volto a contrastare l’abuso della carcerazione preventiva, spesso utilizzata come mezzo di ricerca della prova. Il decreto fu ritirato dopo la clamorosa protesta del pool di Mani Pulite e il passo indietro da parte della Lega.

Oggi Biondi viene ricordato e apprezzato da destra e da sinistra. “È stato una colonna del liberalismo – scrivono in una nota i senatori di Forza Italia – un garantista autentico e un galantuomo che ha illuminato per decenni la politica italiana. Quando finì la Prima repubblica scelse subito di aderire a Forza Italia e si battè come un leone, da ministro della Giustizia, per arginare gli effetti della falsa rivoluzione giudiziaria. Un grande esempio di coerenza con i valori della civiltà giuridica, e il suo insegnamento resta un’eredità preziosa da coltivare in questi tempi di giustizialismo senza limiti e senza regole. Noi siamo in campo per continuare le sue battaglie. Alla famiglia le più sentite condoglianze di tutto il gruppo dei senatori di Forza Italia”.

“Sono molto commosso per la scomparsa dell’indimenticabile Alfredo Biondi – commenta Pier Ferdinando Casini – che ho avuto l’onore di conoscere ed apprezzare come vice presidente della Camera dei Deputati durante i 5 anni del mio mandato. Alfredo è stato un grande signore, un vero liberale, un politico coerente e un grandissimo avvocato. Spero che il Parlamento lo ricordi come merita”.

“Con la morte di Alfredo Biondi – ricorda il senatore Andrea Marcucci (Pd) – se ne va uno degli ultimi grandi liberali, un combattente nato che ha speso la sua lunga carriera politica a difesa delle istituzioni e della democrazia”.

“Ricordo Alfredo Biondi nei suoi tanti ruoli, ma in particolare da vicepresidente della Camera, sempre attento, ironico, arguto e puntuale. Un vero liberale, apprezzato in maniera trasversale”, dice il presidente di Italia Viva, e vicepresidente della Camera, Ettore Rosato. “Oggi ci ha lasciato a 92 anni, un pensiero e un cordoglio va a lui e alla sua famiglia”.

La senatrice del Pd Roberta Pinotti lo ricorda come “un uomo politico profondamente liberale che ha sempre portato questa sua cifra nelle istituzioni democratiche, nel corso della sua lunga carriera. Di lui ricordo l’intelligenza arguta e l’ironia fulminante, esercitata sempre con benevolenza e positività. Un illustre concittadino che ha sempre lavorato per Genova e per la Liguria”.

“Storico esponente liberale del nostro Paese”, scrive in una nota la presidente del Senato Elisabetta Casellati. “Avvocato, più volte ministro, vicepresidente della Camera, senatore e deputato, spese gran parte della sua vita al servizio del Paese, contribuendo alla sua crescita sociale ed economica. Ai familiari esprimo la mia vicinanza”.

“Oggi piango la scomparsa del grande amico, prima che del politico Alfredo Biondi”, scrive su Facebook il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. “Un autentico liberale, che dopo un brillante percorso ai vertici del Partito Liberale, ha aderito sin dalla sua nascita a Forza Italia, condividendone lo spirito e portandovi il suo bagaglio di idee, valori e l’autorevolezza che lo ha sempre contraddistinto. L’ho voluto alla guida del ministero della Giustizia dove svolse coraggiose battaglie di matrice garantista; negli anni non ho mai smesso di confrontarmi con lui sui temi di attualità e in particolare sulle anomalie del sistema giudiziario italiano. Alla luce delle recenti notizie di cronaca, le sue idee in fatto di diritti e di giustizia appaiono ancora attualissime. Mancherà molto a me e a tutta la comunità di Forza Italia che lui stesso ha contribuito a far nascere. Ciao Alfredo”.

 

Foto: il Giornale

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