Le cronache si occupano di una storia che fa venire i brividi e sembra venir fuori da un libro di storia. Un uomo di 47 anni, un padre, è stato arrestato perché avrebbe picchiato e segregato le sue figlie, di 21 e 19 anni, che avevano osato fidanzarsi con dei ragazzi diversi da quelli che lui aveva scelto per il loro matrimonio. A rendere ancor più grave la vicenda c’è un dettaglio: pare che l’uomo avesse “venduto” la mano delle figlie a due persone della stessa cerchia familiare, due cugini. Il reato per il quale l’uomo è finito in carcere è sequestro di persona continuato, maltrattamenti, calunnia e, per la nuova fattispecie di reato introdotta dal “Codice rosso“, costrizione e induzione a contrarre matrimonio.

La vicenda, che evidenzia una profonda miseria culturale e morale, è maturata all’interno del campo nomadi di Coltano (Pisa), dove l’uomo risiede insieme ad altri connazionali. È proprio lì che si sarebbero consumate le violenze e le costrizioni contro le due giovani. Vessazioni non solo psicologiche ma anche fisiche, con calci, pugni e schiaffi. In alcune occasioni le due ragazze sarebbero state anche rinchiuse all’interno delle loro roulotte e nutrite solo con pane e acqua. Vere e proprie schiave, rese tali dal padre. La segregazione serviva anche a evitare che le due giovani frequentassero i loro fidanzati, due ragazzi romeni.

L’ultimo episodio, l’ennesimo grave maltrattamento, ha convinto le due ragazze che la misura era colma. Una delle due è stata picchiata con un vaso di terracotta, subendo poi un taglio di capelli punitivo, sempre da parte del padre. Approfittando di un momento di assenza del genitore dal campo nomadi, una mattina di inizio agosto le due ragazze sono scappate, grazie all’aiuto dei loro fidanzati (quelli veri, non quelli scelti dal padre). Sono scappate, lontane da Pisa e dalla Toscana, per riprendere in mano le loro vite.

Venuto a sapere della fuga delle figlie, il padre si è messo a cercarle. Per fare prima ha ideato uno stratagemma, che si è poi rivelato fatale per lui. Ha denunciato alla polizia il rapimento delle ragazze da parte di due sconosciuti di nazionalità rumena. Per rendersi ancora più credibile ha raccontato alla polizia che anche la sua terza figlia, di soli otto anni, era stata portata via. Dopo la denuncia ha nascosto la bambina all’interno del campo nomadi, per coprire l’inganno. Ma la polizia dopo una perquisizione l’ha trovata. Così, smascherato l’uomo, sono scattate le indagini neri confronti dell’uomo, indagato per sequestro di persona e calunnia.

Grazie ad alcune intercettazioni telefoniche le ragazze sono state rintracciate nel Nord Italia. Gli agenti le hanno ascoltate e, dopo poco, le giovani hanno maturato la decisione di denunciare i gravi maltrattamenti subiti dal padre. Ma la triste storia non è ancora finita. Sentite al telefono il padre ha ordinato alle figlie di tornare subito a casa, ipotizzando possibili gravi conseguenze per i fratellini più piccoli. Una delle due ragazze, così, si è piegata al ricatto emotivo ed è tornata dal padre, che di nuovo l’ha rinchiusa nella roulotte. Nel frattempo nel campo nomadi erano partiti i preparativi per il matrimonio.

Provvidenziali le intercettazioni della polizia. In una di queste gli agenti hanno sentito i padri dei due promessi sposi e alcuni parenti-mediatori: parlavano della somma di denaro che doveva essere versata dal padre dello sposo al padre della sposa. Giunti al fatidico giorno delle nozze le due famiglie si riuniscono al campo. La scena è ripresa dalle immagini video postate da un membro della famiglia sul proprio profilo Facebook. Gli investigatori della squadra mobile di Pisa, che da tempo monitoravano anche i profili social della famiglia, osservano le immagini del rito da poco conclusosi. Gli anziani parlano tra di loro e, a un certo punto, inizia la trattativa. Il mediatore, un anziano, conta una mazzetta di banconote consegnatagli dal padre dello sposo e la mette al centro del tavolo. Parte una vera e propria negoziazione. Il padre della sposa, dopo aver riflettuto, prende la somma di denaro (sui 12mila euro) e la affida ad un altro membro della sua famiglia. A quel punto viene concluso il patto: uno dei due afferra la bottiglia di whisky, la stappa e la versa nel bicchiere dell’altro, segue la stretta di mano tra i due capi famiglia. I due genitori brindano e il matrimonio si considera celebrato. L’atto è compiuto, ma le indagini proseguono e dopo poco scattano le manette. Arrestato nella sua roulotte, durante la perquisizione gli agenti hanno trovato e sequestrato una parte del denaro  riscosso per la “vendita” della figlia.

Foto e video: Polizia di Stato

Autore

Scrivi un commento