Il paradosso è che lo “scandalo” è venuto fuori la prima volta che per eseguire il consueto ritratto di fine mandato è stato fatto un bando pubblico. Stiamo parlando, ovviamente, del ritratto all’ex Magnifico rettore dell’Università di Pisa, Massimo Augello (nella foto, a destra), costato 11mila euro, e su cui la Corte dei Conti ha aperto un fascicolo. “Pensavate di aver fatto lo scoop della vita, ma la vostra è una tempesta in un bicchier d’acqua”, si era sfogato il professor Augello con il Tirreno, dopo la pubblicazione della notizia del ritratto. “È la stessa identica cifra stanziata per il ritratto del mio predecessore (Marco Pasquali, ndr). Per la prima volta è stato fatto un bando all’insegna della massima trasparenza”. In effetti se questa volta è stato fatto un bando e prima no bisognerebbe fare un plauso ad Augello, anziché aprire un’inchiesta. Resta un dubbio: non sono un po’ troppi 11mila euro per un ritratto?
Bisogna fare una premessa. I dipinti dei rettori che hanno guidato l’Ateneo pisano dal 1800 ad oggi fanno bella mostra di sé in un’apposita sala del Palazzo alla Giornata. Lo stesso “onore” agli ex rettori viene reso dai più antichi atenei d’Italia, tra cui quello di Bologna, e altre prestigiose istituzioni universitarie del mondo. La tradizione ha una sua importanza. Ed è bene conservarla. Resta da chiarire se si sarebbe potuto fare un bel ritratto con la metà della cifra, o anche meno. E se quegli undicimila euro siano un “prezzo di mercato”.
A noi il ritratto sembra molto bello, e chi l’ha realizzato, Claudio Sacchi, è un pittore quotato. Vittorio Sgarbi di lui ha detto questo: “Pittore di formidabile virtuosismo tecnico, potrebbe sembrare subito un artista antico, invece intende semplicemente ribadire la legittimità e la piena dignità di un modo di fare arte, quello legato alla tradizione, che la critica contemporanea per molto tempo ha voluto assurdamente rimuovere dalle nostre coscienze…”.
Qualcuno fa notare: “Ma una bella fotografia non sarebbe stata una scelta adatta e di sicuro più economica?”. Anche gli ex capi di Stato, del resto, vengono ricordati con le foto. E la tradizione dei ritratti esiste perché un tempo le fotografie non esistevano. Il ragionamento non fa una piega.