Proseguono le tensioni nelle carceri toscane. Due agenti di polizia penitenziaria sono rimasti feriti dopo una rissa tra detenuti scoppiata nella serata di mercoledi nel carcere di Prato. La notizia trapela da fonti sindacali del corpo di polizia penitenziaria. I due agenti feriti hanno dovuto far ricorso alle cure mediche al pronto soccorso dell’ospedale della città toscana.

Ma cerchiamo di ricostruire come sono andate le cose. Al rientro dalla cosiddetta “socialità”, il momento in cui i detenuti possono andare a cenare nelle celle di altri detenuti, alcuni avrebbero iniziato a litigare. Sono intervenuti tre agenti che, per porre fine alla lite, sono rimasti coinvolti nello scontro, con altri detenuti che sarebbero intervenuti per dare manforte contro gli agenti. Una guardia è stata scaraventata a terra, un’altra è stata colpita da un fornellino per cucinare.

Un caso simile era accaduto lo stesso giorno, poche ore prima, nel carcere di San Gimignano (Siena): un detenuto, secondo quanto riferisce il sindacato Osapp, “in evidente stato di ebbrezza, senza ragionevole motivo ha aggredito tre agenti della polizia penitenziaria”, tutti poi ricorsi alle cure mediche: il più grave ha riportato 30 giorni di prognosi per lo schiacciamento di una vertebra, gli altri due 7 e 8 giorni per lesioni della spalla.

Intanto il segretario generale di Osapp, Leo Beneduci, denuncia le difficili condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria a San Gimignano e Prato, sottolineando che “sono più che critiche e oltre agli evidenti rischi per l’incolumità fisica degli addetti del corpo”. Prosegue sottolineando che “la situazione è resa ancora più precaria da una gravissima carenza di organico che rende pressoché impossibile fare fronte ai molteplici eventi critici che quotidianamente accadono”. Beneduci sottolinea che “per il carcere di San Gimignano e Prato dovrebbero essere assunti nei confronti dei reclusi più facinorosi da parte degli organi dell’Amministrazione regionale e centrale una serie di provvedimenti sia di ordine disciplinare sia per il ricollocamento degli stessi in altre strutture, come invece non sembra essere nelle corde di tali organi e a farne le spese di tale assenza sono proprio gli agenti”. Il responsabile di Osapp chiede che “il ministro Bonafede e i sottosegretari Ferraresi e Giorgis e il nuovo capo del Dap, se ci sono, diano il tanto atteso segnale di cambiamento intervenendo concretamente”.

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