Francesco Fasulo

Solita tiritera. Orlando furioso senza il Pisa. Cosa scrivi questa settimana Fasu?
Cosa vuoi che scriva, il Pisa non gioca.
Ma io ti pago lo stesso…

E allora sotto a scopiazzare i pensieri della Grazia Deledda della costa abruzzese. Il suo pseudonimo è Martina Rossi.

Facebook. La noia. Pensieri.
Rispondere alla domanda “A cosa stai pensando?”
È più facile dire cosa vorrei che pensassimo.
Vorrei che pensassimo a questo momento come ad un complesso esercizio di empatia.
Esercizio di empatia nei confronti di chi una casa non ce l’ha, nei confronti di chi è costretto a fuggire nella speranza di trovare un posto proprio, un respiro da guerre, povertà, soprusi, miseria e ora anche malattia.
Empatia nei confronti di chi quotidianamente fa fatica ad uscire perché imprigionato in un corpo che non può assecondare i voli della mente.
Empatia nei confronti di esseri umani che vivono solitudine e mancanza di calore e non ce l’hanno fatta. Empatia nei confronti di chi è prigioniero di rapporti violenti che non può e non riesce a spezzare.
Empatia nei confronti di chi vorrebbe libertà di pensiero, di espressione, libertà di vivere la propria vita, il proprio amore, autenticamente e senza giudizio altrui.
Empatia nei confronti di chi recluso dovrebbe avere modo di ottenere una seconda possibilità ma si ritrova isolato, scartato, giudicato.
Empatia nei confronti di chi è soggiogato dai giochi di una mente che vacilla.
Affinché, nel giorno in cui tutto questo sarà finito, si possa ricordare che ancora una volta siamo stati e sempre saremo dei ciccioni privilegiati.
Ancora una volta l’avremo scampata, avremo fatto parte di quella piccola percentuale di umanità a cui è stato chiesto solo il grande sacrificio di stare a casa, su un caldo e comodo divano, con più di cui necessitiamo .
Ancora una volta avremo goduto del privilegio di avere fuori qualcuno pronto a salvarci, a garantirci il diritto, acquisito per nascita, senza merito, alla salute. Ancora una volta la nostra vita sarà stata migliore di tante altre e solo e semplicemente perché casualmente siamo nati nella parte di mondo “giusta”.
Ed è in quel momento che mi auguro che il nostro esercizio di empatia possa dare i suoi frutti rendendoci capaci di procedere verso gli altri tendendo loro una mano, consapevoli dei nostri privilegi, pronti a lottare per difenderli e diffonderli.

Martina Rossi

BONA UGO. RIFLETTIAMO. HOPE!

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