Dopo mesi e mesi di razzie, con le bancarelle del Duomo squarciate e derubate, è scattato un arresto. Si tratta di un 41enne romeno senza fissa dimora. Gli agenti di Polizia durante un controllo l’hanno trovato nascosto dentro una tenda. Ha tentato la fuga ma è stato arrestato poco distante. E, dopo poche ore, processato per direttissima. Il giudice però l’ha assolto (alla fine dell’articolo leggerete perché).

Per acciuffarlo sono state passate al setaccio le telecamere di videosorveglianza presenti in zona. Visti gli orari in cui il ladro era solito colpire, gli agenti della Polizia hanno fatto degli appostamenti. Durante uno di questi controlli la scorsa notte, intorno alle 3, hanno notato che una tenda si muoveva in modo anomalo, si sono avvicinati e hanno sorpreso il ladro, che però è riuscito a scappare, lasciando cadere un coltello a serramanico che portava con sé. Inseguito, l’uomo è stato bloccato vicino alla Torre, grazie all’intervento di altri poliziotti intervenuti.

Vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, l’uomo è stato perquisito e trovato in possesso di diversi oggetti che potrebbero essere stati prelevati dalle bancarelle saccheggiate (almeno nove nella notte dell’arresto): souvenir, cuffiette auricolari e pile mini-stilo, oltre a banconote di piccolo taglio e monete.

Arrestato per furto aggravato, il romeno è stato processato per direttissima dopo poche ore. Il giudice l’ha assolto perché “il fatto non sussiste”. Non c’era la prova, infatti, che gli oggetti trovati in suo possesso fossero stati rubati dalle bancarelle. E mancava la denuncia dei commercianti.

Durissimo il commento del deputato pisano della Lega, Edoardo Ziello:  “Assolto perché ‘il fatto non sussiste’, in quanto mancano le denunce dei bancarellai e pertanto, secondo i giudici del tribunale pisano, non si potrebbe dimostrare che la merce in suo possesso sia stata effettivamente prelevata dalle bancarelle, pur avendo trovato l’uomo con un coltello a serramanico, accanto alle strutture dei commercianti”.

Foto: Una città in Comune (Facebook)

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