Vi ricordate la splendida cover firmata Dalla&Ron “Una città per cantare”? Orbene, avrebbe potuto essere la colonna sonora di Pisa fino alla fine degli anni ’70, poco più o poco meno. Poi il “progresso” ha bloccato il cuore pulsante della città, imponendo agli ultimi residenti superstiti il trasferimento nei comuni limitrofi. E da allora non si “canta” più.
Come non rimpiangere i caratteristici rioni, dove le comunità si ritrovavano nei vari esercizi commerciali aperti in gran parte nei primi anni Cinquanta. Quelli erano i veri luoghi di aggregazione e confronto, altro che Internet e Social. Ci si guardava in faccia, per confrontarsi, per socializzare, magari anche per fare anche gossip, come di solito avviene nelle piccole comunità. Ci si dava il buongiorno e la buonasera anche tra sconosciuti, i bambini giocavano per strada anche se non era ancora stata pedonalizzata. Adesso nessuno non saluta più, manco quello che abita alla porta accanto, non.
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Troppi B&B nelle città d’arte, ma i Comuni possono intervenire?
Il problema è sentito un po’ ovunque ma nelle città d’arte in modo impressionante. Stiamo parlando degli affitti brevi, le case affittate dai privati ai turisti, con o senza l’intermediazione di Airbnb, che aumentano a dismisura il numero di turisti presenti nelle città. I comuni cercano di intervenire ponendo un argine, ma devono fare i conti coi ricorsi e le decisioni dei tribunali. La delibera dell’ex sindaco di Firenze Nardella, ad esempio, è stata bloccata dal Tar. Ora la giunta Funaro ci riprova, con una variante al Piano operativo che inserisce un nuovo strumento per impedire gli affitti brevi nelle zone più centrali, quelle sottoposte al vincolo dell’Unesco. Così lo ha annunciato la sindaca in consiglio comunale: “È l’inizio di un percorso che andrà ad aggiungersi a tante altre azioni perché la bellezza della nostra città possa essere vissuta sì da un turismo sostenibile, ma soprattutto dalle nostre cittadine e dai nostri cittadini”. Parole sacrosante. Nessuno intende.
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Cultura
Trentanove pannelli dipinti per un vero e proprio manifesto politico: così si presenta il famoso soffitto a cassettoni del salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, come l’immagine dell’affermazione di Firenze sulla Toscana, dichiarazione della volontà di assurgere a nuova potenza già prima di diventarlo ufficialmente con la nascita del Granducato. A operare per raccontare la grandezza dei Medici nel palazzo che fu dei Priori sappiamo essere stato Giorgio Vasari, che quest’anno Arezzo festeggia con grandi eventi ma che pur merita di essere conosciuto nei capolavori (inamovibili) realizzati nel capoluogo. Con quest’ottica Museo Horne, Comune di Firenze, MUS.E, Opera di Santa.
Continua a leggereUniversità
Il Dipartimento di Psicologia Clinica dell’Università di Pisa ha dato vita, unica realtà europea, a corsi di approfondimento e formazione fino a qualche anno fa ritenuti impraticabili. Mentre sta volgendo al termine quello sulla Meditazione lo staff guidato dal direttore del Dipartimento, professor Angelo Gemignani, affiancato dal.
Continua a leggereTempo libero
Trovarsi nel famoso campo di papaveri di Monet e passeggiare insieme alla sua amata Camille e al figlio Jean, esplorare da vicino il laghetto delle ninfee avendo la sensazione di trovarsi in acqua con gli stessi fiori dipinti all’infinito dall’artista francese. È un viaggio incredibile tra reale.
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“L’Estate sta finendo”, cantavano o meglio “tormentavano” i Righeira qualche anno or sono. Una stagione di fuoco, sia per il clima sahariano che per gli apparenti ottimi affari . Invece la parola chiave, in questa strana estate è last minute, vacanze brevi e povere, soprattutto per il.
Continua a leggereToscani nel mondo
Una pisana “sugli scudi” nell’incanto dell’isola di Mykonos, dove nei giorni scorsi si è svolto un evento per le nomination delle Eccellenze Italiane, che avranno la loro conclusione a Washington il prossimo mese di ottobre. Tra i premiati la pisana Irene Carloppi, da oltre 15 anni attiva come tour.
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Le Olimpiadi di Parigi del 2024 sono ormai un ricordo e noi de L’Arno.it abbiamo voluto intervistare una grande protagonista della competizione a cinque cerchi. Stiamo parlando della pallavolista azzurra Carlotta Cambi, nata a San Miniato ma cresciuta a Montopoli in Val d’Arno, in provincia di Pisa. Dal comune di residenza e dai suoi concittadini è stata calorosamente festeggiata, e un tributo le è stato giustamente rivolto anche all’Arena Garibaldi, insieme agli altri olimpionici pisani, prima della gara Pisa-Reggiana. Ventotto anni, fidanzata con il pallavolista pisano Marco Falaschi (Volley Padova), Carlotta attualmente gioca nel Pinerolo, in Serie A1. Dopo diversi anni con la maglia azzurra, nel 2024 ha messo al collo l’oro alla Volleyball Nations League di Bangkok e ai Giochi della XXXIII Olimpiade di Parigi.
Grazie, Carlotta, per aver accettato il nostro invito. Partiamo subito con le domande. Come si è avvicinata alla pallavolo?
“Ho iniziato all’età di quattro anni. I miei genitori giocavano entrambi a pallavolo ed anche mio fratello, che è più grande di me, quindi è una tradizione di famiglia. Poiché inizialmente io rimanevo sempre a casa ad aspettarli, un giorno chiesi a mia mamma di essere portata in palestra anch’io e da lì è iniziato tutto, nella società del mio paese, il Montopoli S. D.”
Avrebbe voluto fare altri sport da piccola?
“Ho praticato anche altri sport, sempre in contemporanea alla pallavolo: dall’atletica al karate. Ma ho svolto anche altre attività. Ad esempio per 6 anni ho suonato la batteria, ed altre cose, tutte più o meno nella mia zona”.
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