Ilaria Clara Urciouli

La cittadina di Cortona, accesa dai festeggiamenti per il cinquecentenario di Signorelli cui è dedicata la mostra di Palazzo Casali, anche quest’anno torna ad riversare nei suoi eleganti edifici l’energia dell’iniziativa “Cortona On The Move” che giunge quest’anno alla tredicesima edizione. Tema scelto come fil rouge tanto delle conferenze tenute in apertura del festival quanto delle 26 mostre fotografiche visitabili fino a domenica 1 ottobre è “More or Less”, che richiama il problema sempre attuale ma oggi, forse, ancora di più del divario sociale, economico e culturale che contraddistingue il mondo a diversi livelli: non solo divide il Nord dal Sud del pianeta ma crea fratture anche all’interno delle singole nazioni e delle stesse città dove le disuguaglianze crescono creando sacche di rassegnazione e di violenza sempre più diffuse.

Le mostre, distribuite su più sedi, richiamano a Cortona nomi internazionali della ottava arte, ognuno portavoce di una propria visione sul tema. C’è chi, come l’argentina Irina Werning, ha concentrato la sua attenzione di fotografa-economista sugli effetti dell’inflazione incalzante nel suo paese (riassunta nella frase di Sam Ewing “L’inflazione è quando devi sborsare 15 dollari per un taglio da 10 dollari che quando avevi ancora i capelli ti facevano pagare 5 dollari”); chi, come il francese Michal Zumstein, ha fatto ruotare i propri scatti attorno alle maglie dei calciatori indossate da giovani donne e uomini africani per parlare di violenza e povertà cui questi sono sottoposti; chi ancora, come la fotografa e collezionista belga Barbara Iweins, ha proposto l’inquietante raccolta di foto attraverso la quale ha ritratto (per poi catalogare) tutti gli oggetti da lei posseduti (12.795) e attraverso i quali riscoprire una propria identità.

Spazio anche agli italiani: tra questi Marco Zanella, vincitore della diciottesima edizione del Premio Amilcare Ponchielli che presenta “Scalandrê”, forma dialettale romagnola traducibile con i termini “fuori stagione”, “sfasato”. Il lavoro documenta la vita nel borgo rurale di Cotignola che nel suo legame con il semplice mondo agricolo trova un’identità forte e, come lo stesso titolo dice, fuori tempo.

Provocatoria e d’effetto l’esposizione di Marco Tiberio e Maria Ghetti che hanno allestito a Palazzo Baldelli un’agenzia immobiliare per profughi con destinazione Calais. Interessante dal punto di vista storico e sociale la presentazione lungo il percorso di “Ambiziosamente tua”, la mostra sul fotoromanzo, icona generazionale che rende evidente come anche il genere fosse ragione di grandi differenze (economiche, di istruzione e di sogni) che troviamo cristallizzate nel pubblico e nei temi di quel tipo di pubblicazioni.

Ben riuscite inoltre le due mostre della Stazione di Camucia, “Get rich or die trynin” e “Ultima chance”, rispettivamente sull’hip pop (che traghetta dal Bronx alla vita da star) e sul trap delle periferie italiane riproposto con foto e note in un autobus in sosta.

Ilaria Clara Urciouli

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