Ilaria Clara Urciuoli

La città della Torre pendente e quella del “cinque e cinque” (vale a dire del panino con la cecina), acerrime rivali nella storia del Granducato e nel quotidiano di ogni cittadino, quest’estate sono più vicine grazie a Giorgio Bacci, docente di Storia dell’Arte contemporanea all’Università di Firenze, che ha curato nelle rispettive città due mostre su due fumettisti italiani: a Pisa continua infatti la mostra su Igort, nome in arte di Igor Tuveri, classe 1958, mentre a Livorno ha aperto da pochi giorni quella sul lucchese Simone Bianchi, che ha da poco festeggiato 51 anni.

Alle due età corrispondono sensibilità e sviluppi artistici differenti di cui vi parliamo a partire da Igort, i cui lavori sono ospitati nel Palazzo Blu a Pisa fino al 10 settembre prossimo. Già dal titolo dell’esposizione (“Attraverso le forme”) comprendiamo la ricchezza cui ci sottopone l’artista di origini sarde in queste sale: qui il curatore rende evidente la capacità dell’artista di variare tra generi partendo da “5 è il numero perfetto”, noir che ci traghetta anche grazie all’uso del dialetto in una Napoli schiacciata dalle logiche camorristiche e contemporaneamente mette alla prova Igort nel tradurre la velocità e monocromia del fumetto uscito nel 2002 in linguaggio cinematografico: sua è infatti anche la firma nel 2019 della regia dell’omonimo film che lo ha portato a dirigere attori come Toni Servillo e Valeria Golino (vincitrice del David di Donatello come migliore attrice non protagonista per la sua interpretazione di Rita).

Ogni passo della mostra su Igort è un viaggio nello spazio e nel tempo in cui siamo guidati dal filtro poetico e conoscitivo di questo autore che nella seconda sala ci porta nell’America degli anni Trenta con “Fats Waller” e il suo jazz, per guidarci poi nel mondo distopico di “Birillo” prima di farci immergere nel suo Giappone, quello che troviamo in “Quaderni giapponesi” introdotti in modo molto interessante dal documentario di Domenico Distilo “Manga do. Igor e la via del manga” proiettato lungo l’esposizione che aiuta il visitatore a comprendere la sensibilità e la poetica dell’artista.

Altro clima troviamo invece a Livorno nei Granai di Villa Mimbelli (residenza che ospita la sede del Museo Fattori) attraverso la cui esposizione possiamo immergerci nella dimensione fantastica (ma comunque pregna di valori) di “Simone Bianchi e l’arte dei supereroi”, la mostra visitabile fino al 12 novembre che presenta oltre 110 opere (tra dipinti, bozzetti e manifesti) di un fumettista che da Lucca è partito per scalare le vette delle più importanti case americane lavorando per DC Comics e Marvel contribuendo a dare un tocco più europeo a Superman, Batman, Iron Man, Spider-Man, Thor e Capitan America, oltre a Wolverine, gli X-Men, gli Avengers, Sharkey.

Attraverso le molte opere esposte il visitatore – spiega Giorgio Bassi – “potrà scoprire come nascono sogni e miti della contemporaneità massmediatica e ancora apprezzare l’incredibile talento pittorico e grafico di un artista globale, capace di dare vita a dei veri e propri ritratti, qualitativamente eccezionali, destinati a rimanere nell’immaginario collettivo”. La mostra offre agli appassionati l’occasione di vedere in anteprima mondiale venti opere inedite, copertine di prossima pubblicazione negli States di “Amazing Spider-Man #26” e “Edge of Spider – verse # 4”.

Ilaria Clara Urciuoli

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