Marina Sacchelli

Venerdì 22 settembre si è tenuto il secondo appuntamento della rassegna “Muse Contemporanee e Note D’Arte” promossa dall’Associazione Fanny Mendelssohn. Palazzo Lanfranchi, affacciato sul Lungarno Galilei di Pisa, ha fatto da cornice al concerto “Dialogo di Corde” di due artisti turchi di fama internazionale. Cihat Askin (violino) e Sinan Ersahin (chitarra) hanno trasportato il pubblico presente in un viaggio nella musica classica fra compositori tedeschi, francesi, italiani e latino americani.

Prima del concerto gli ospiti hanno potuto effettuare una visita guidata della mostra “Fashion Sport Tourism” allestita dal Museo della Grafica che attraverso stampe, manifesti, abiti e video dal primo ‘900 ad oggi testimonia storie di moda, sport e pubblicità. Il Museo si trova all’interno dello storico palazzo, frutto di una ristrutturazione nel XVI secolo di quattro nuclei edilizi di origine medievale e abitato dalla famiglia Lanfranchi fino al 1899. Dopo il saluto del direttore del Museo, Alessandro Tosi, la responsabile artistica dell’Associazione Mendelssohn, Sandra Landini, ha presentato i musicisti.

Cihat Askin è nato ad Istanbul dove si è laureato per per poi perfezionarsi a Londra, suona un violino Jean Baptiste Vuillaume del 1846 e ha iniziato ad esibirsi ad 11 anni. Dopo un concerto a Milano è stato definito “l’Everest dei violinisti”. Sinan Ersahin ha studiato presso il Conservatorio di Stato di Ankara ed è considerato una delle stelle delle sei corde a livello mondiale. Il virtuoso chitarrista incarna passione e originalità nella sua musica e inoltre ha il pregio di aver realizzato arrangiamenti di alcune melodie anatoliche interpretandole in concerti internazionali.

Con queste premesse non ci si poteva che aspettare una grande serata di musica. E così è stata. Il primo brano in programma ha riportato in vita il salone del palazzo, tant’è che ho immaginato fanciulle in attesa del ballo e cavalieri intenti ad invitare le dame più graziose. Si trattava di “Green Sleeves Variations”, Anonimo del XVI secolo. La leggenda narra che sia stato composto da Enrico VIII re d’Inghilterra per Anna Bolena, sua futura sposa.

A seguire “Entr’Acte” di Jacques Ibert, che ha introdotto un’atmosfera spagnoleggiante: a quanto pare l’autore ebbe gran parte del suo successo grazie a due piccoli brani tra cui appunto questa composizione. È stata poi la volta di “Sonata in Re” Allegro, Romance e Rondo, di C.G. Scheidler. Con il quarto brano di H. Villa Lobos “Bachianas Brasileira N.5” si è respirata quell’aria sognante delle armonie tipiche della musica brasiliana dove la cruda nostalgia reca riso e
pianto.

Infine due composizioni di Astor Piazzolla, “Cafè 1930” e “Night Club 1960”, che rappresentano la storia dell’evoluzione del tango. A detta dello stesso autore “il miglior modo di vivere un momento di felicità con una donna è ballare, insieme a lei, un tango”.

A conclusione del programma abbiamo infine ascoltato il “Notturno”, dell’italiano F. Molino, che violino e chitarra hanno magicamente interpretato esaltandone la melodia sentimentale. La serata si è conclusa come di consuetudine con il rituale del brindisi in onore degli splendidi musicisti, del pubblico presente e degli organizzatori.

Il prossimo appuntamento è venerdì 29 settembre presso la Villa Medicea di Coltano (Pisa) con il concerto “Sogno Romantico”.

Marina Sacchelli

Foto di Alessio Alessi

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