Paolo Lazzari

La Viola che espugna Genova sfoggiando una versione minimal di sé è la rappresentazione forse non estetica, ma certamente pragmatica, di un’arrampicata fuori dal tunnel. Contro una derelitta Samp è sufficiente una spolverata di Bonaventura – momento incandescente, ci ha preso gusto – ed un’altra stoccata di Milenkovic. Uno zero a due nitido, mai in discussione, che racconta la quarta vittoria consecutiva tra campionato e coppa. Sopra ogni cosa, il successo di una squadra che chiude in un cassetto l’ossessione sfibrante per il possesso palla ostentato, cercando le vie esterne e arieggiando la manovra, anche se poi là davanti il motore seguita a tossicchiare. Poco male, quando si vince, pur con la consapevolezza che questi sono cerotti su ferite che ancora buttano sangue. Il fiotto è meno intenso, ma l’emorragia non può dirsi ancora lenita.

Certo, il click mentale abita probabilmente nel colpo in extremis contro lo Spezia. Quel tardivo gol di Cabral ha rivitalizzato un ambiente che barcollava sul ciglio della depressione. La viola ha inalato ossigeno fresco ed ha pompato determinazione inedita. Ricomporre il gioioso arnese della scorsa stagione pare ancora un miraggio, ma intanto Italiano si intasca una determinazione ed una praticità sconosciute fino a poche settimane fa. Il modello di questo new deal gigliato è probabilmente impersonificato da Nikola Milenkovic. Ben oltre il gol – che non sarebbe materia sua, ma si conferma un dardo in più sulle parabole discendenti – è la granitica risolutezza che infonde al gruppo l’analgesico ideale per il malessere viola. Zero fronzoli, molta sostanza. Stesso discorso per il 4-2-3-1 ancora una volta proposto dal mister: dovrebbe essere un modulo che inneggia al calcio champagne, ma ad oggi assomiglia molto di più ad un vino della casa che, in mancanza d’altro, si fa sorseggiare.

Ora che la classifica appare lievemente meno malinconica, servirà non dilapidare tutto nelle due gare che ci separano dalla sosta mondiale. Mercoledì, al Franchi, contro la Salernitana di Nicola – a tutti gli effetti una diretta concorrente al momento – i tre punti diventano una questione necessaria. Soltanto con quel propellente mentale sarà possibile pensare di approcciarsi in modo costruttivo all’ultima sfida prima del rientro a gennaio, quella contro il Milan. Una trasferta proibitiva ma non troppo, specie perché le vittorie instillano una convinzione che ti consente di cogliere traguardi impensabili.

Fare punti in entrambi i match potrebbe voler dire raddrizzare una stagione che era nata pendente. Un passo alla volta, però. Il malato Fiorentina adesso pare un po’ meno grave. Per le dimissioni bisognerà attendere ancora un po’.

Paolo Lazzari

Foto: Acf Fiorentina (Fb)
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