Girando tra gli spazi del Pisa Book Festival 2023 appena conclusosi, in mezzo alla consueta folla che nel fine settimana scorso ha ancora una volta invaso gli Arsenali Repubblicani e gli altri spazi dove i libri hanno trionfato, ho fatto alcuni interessanti incontri. Il primo non poteva non essere con l’onnipresente e vigile organizzatrice Lucia Della Porta che, sorridente e disponibile come sempre, si è concessa una breve pausa per rispondere ad alcune domande.

Dottoressa Della Porta, come sta andando, quest’anno?
”Direi molto bene come sempre”.

Ci può dare alcuni dati su questa nuova edizione?
“Il numero degli espositori è stazionario su 59, tenuto conto che 70 è il numero massimo che possono ospitare gli Arsenali Repubblicani, però si tratta dei migliori editori indipendenti italiani. Il numero è stabile ma i marchi sono diversi. Quest’anno con il solito turn over tra editori che non rinnovano e altri che a causa del covid non si erano più presentati e sono invece ritornati, abbiamo diverse, interessanti novità”.

Lucia Della Porta e la figlia Silvia Cinnella

Tra i tanti appuntamenti molto interessanti e di valore quali sono quelli che ritiene spicchino sugli altri?
“Tra i gli oltre 200 incontri messi a punto con presentazioni libri, dialoghi con gli autori, masterclass di traduzione, laboratori di scrittura, seminari, che sono tutti ottimi e di assoluto valore e importanza, mi viene mi viene da citare la lezione appena conclusa su Alessandro Manzoni di Eleonora Mazzoni col suo ‘Questo cuore è un guazzabuglio’. Un omaggio a Saramago con Roberto Francavilla curatore del volume ‘I suoi nomi’.  Ma non meno rilevanti sono lo spazio concesso a riflessioni su attualità e geopolitica con eventi legati a libri su Iran e Ucraina. Mi piace sottolineare anche che le prenotazioni delle scuole sono state sold out. Altra novità di quest’anno sono le lezioni di storia grazie ad una nuova collaborazione con Palazzo Reale che li ospita. Un festival diffuso che oltre al Palazzo Reale coinvolge altri luoghi del sistema della Cittadella oltre gli Arsenali Repubblicani, come il museo delle navi e il bellissimo fortilizio che il Comune quest’anno ci ha messo gentilmente a disposizione. Praticamente offriamo una bella passeggiata tra storia, arte e cultura con i libri a fare da cornice, e quindi il gioco è fatto”.

Autori importanti e conosciuti presenti quali sono?
“Torna Marco Vichi, vengono importanti scrittori come lo scrittore e traduttore Nicola Manutelli, Vanni Santoni e Sebastiano Mondadori. Poi abbiamo contribuito al lancio di Alberto Casadei, che da critico letterario e docente universitario si è lanciato nella scrittura di un romanzo. E mi pare che questa sia una notizia importante. Tornando alle lezioni di storia voglio sottolineare che sono iniziate con la battaglia di Curtatone e Montanara, un omaggio a Pisa di Carmine Pinto, poi sono proseguite con Davide Salomoni, che ha parlato di mare e scoperte geografiche narrandoci del corsaro Francis Drake, e si chiuderà con Arnaldo Marcone che parlerà degli ultimi giorni dell’Impero Romano. Altro appuntamento da non perdere è stato con il giallo e, oltre a Marco Vichi cui facevo riferimento prima, un vero e proprio habitué della nostra manifestazione, due gialliste famosissime. Mi riferisco a Patrizia Rinaldi, famosa per aver creato il personaggio di Blanca, e a Gabriella Genisi nota, invece, al grande pubblico per la creazione di Lolita Lobosco. Due grandissime gialliste donne, perché non va dimenticato che il festival di quest’anno è dedicato alle donne. E a questo proposito vanno vanno sottolineate altre presenze importanti come la grande poetessa Vivian Lamarque e la giovane e già affermata Lorenza Gentile. Aspettavamo la nota e bravissima attrice Chiara Francini ma ha il covid in corso e ha dovuto rinunciare”.

Salutata e ringraziata l’organizzatrice mi sono recato proprio alla presentazione del libro della poetessa Vivian Lamarque (foto in alto), già incontrata personalmente al Salone del Libro primaverile di  Torino, dove si mostrò in tutto il suo spessore sia poetico che umano. Anche in questo contesto presentava il suo ultimo, fortunato, “L’amore da vecchi”, giunto alla terza edizione per il gran successo riscontrato. Nella sala che la ospitava la poetessa ha porto al gran pubblico presente, con molta generositá, leggendole personalmente, gran parte di queste sue ultime creature  poetiche rivolte a indagare il fascino discreto degli amori non corrisposti di vario tipo, con semplicità non superficiale e un suo peculiare fascino. Al termine del felice incontro mi sono imbattuto nella poetessa pisana Nadia Chiaverini, ottima critica e  buona conoscitrice dell’arte poetica, e ne ho approfittato per chiederle una veloce impressione su questa poetessa di origine trentina, ma ormai milanese di adozione, vincitrice di quasi tutti i principali premi letterari nazionali.

“Vivian Lamarque è una poetessa apparentemente semplice perché facilmente comprensibile come un po’ la poetessa polacca Wistama Szymborska vincitrice di un Nobel. Il libro che ha presentato ha raggiunto la terza edizione e non è da tutti in poesia. La Lamarque ha il coraggio di affrontare temi profondi in questa sua ultima, fortunata, fatica letteraria. Già dal titolo “L’amore da vecchia” si concede di usare la parola vecchia assolutamente antilirica, quasi un’offesa, già nel titolo. Come si è visto anche oggi in questo bell’incontro lei, pur invecchiando, continua ad essere curiosa. Infatti molte di queste poesie hanno sempre il punto interrogativo in quanto contengono una domanda sul futuro guardando, al contempo, con molta ironia all’al di là. Sono poesie anche divertenti come in passaggi come quello che recita “da vecchini ci tiriamo i cuscini”. Ci sono quindi tanti versi che rimandano a una poesia di leggerezza ma con grande ironia e profondità”. Critica condivisibile.

Vagando, invece, tra gli stand ho trovato altri autori pisani di cui mi sono occupato anche in questa testata in altri momenti, alle prese con la presentazione delle loro opere.

Il primo è stato Franco Donatini, di Montecarlo di Lucca, ex docente alla Facoltà universitaria di Ingegneria con la passione della letteratura: un vero ossimoro vivente. Lui  staziona presso lo stand delle Edizioni Felici dove presenta due libri già usciti.

Franco Donatini

Lui  staziona nello stand delle Edizioni Felici dove presenta due libri già usciti perché  “Da quando a Palazzo Blu sono state ospitate le mostre ho scritto tutte le biografie degli artisti che li si sono alternati dal 2006.Il primo fu su Galileo, che ebbe l’introduzione del grande premio Nobel Carlo Rubbia e questi due riguardano artisti trattai in alcune mostre. Ovvero “Fattori e l’epoca delle macchie” su Giovanni Fattori e la sua esperienza macchiaiola, e  “Antonia Bolognesi. L’amore segreto con Giorgio De Chirico”. Quest’ultimo narra la storia di un grande amore giovanile  di De Chirico da lui  mai confessato neppure nelle sue due opere biografiche e scoperto postumo da lettere rinvenute dal nipote in un cassetto.”

Ultima fatica letteraria?
“Un libro di poesie, la mia seconda silloge dopo che la precedente ha conseguito un premio internazionale a Venezia, uscito da pochi mesi per le edizioni ‘Porto Seguro’, (casa editrice non presente a questa fiera ndr), che si chiama ‘Sotto il senso del vivere’”.

Saluto, ringrazio e passo oltre trovando, allo stand della Carmignani Edizioni, ben tre penne nostrane tre al prezzo di una sola. Il primo è Luca Poli con il suo “Aloha” che sarebbe “un romanzo epistolare che racconta la storia di due persone non più giovanissime che erano innamorati da adolescenti ma non lo sapevano che si ritrovano in età adulta e riallacciano i rapporti attraverso i ricordi d’infanzia”.

Luca Poli e il suo compagno

Questo Aloha è già in giro da un po’ e ce ne vuole uno nuovo.
“Certo, lo sto scrivendo da un po’ lentamente ed è ancora in fase di crescita, per ora posso solo dire che non sarà una storia d’amore ma un po’ misteriosa, forse un thriller”.

Accanto a lui c’è Andrea Falchi, prolifico e apprezzato scrittore di gialli che qui presenta il suo recentissimo “Ace e love: il colloquio di lavoro.La prima indagine di Raiza Giordano”.

Che sarebbe?
“Come si può arguire già dalla copertina ‘Ace e Love’ è un libro che parla di tennis, di amore, di femminicidi, di violenza di genere. Questa poliziotta, Raiza Giordano dà il suo contributo per risolvere il giallo”.

In quale periodo si svolge?
”Ai nostri giorni. C’è il tennis, perché un amministratore di un’azienda di articoli sportivi  inventa un colloquio di lavoro finale con un doppio a tennis che coinvolge tre candidati e lui”.

E qui succede l’impossibile.
Esattamente”.

Il terzo scrittore presente nello stand e che,al contrairo degli altri due, conoscevo solo di nome, è Fabrizio Barontini, di San Frediano a Settimo (Cascina, Pisa), che qui presenta il suo ultimo parto letterario, “Tornate indietro quando potete”.

Di cosa si tratta?
“È un thriller ambientato negli Stati Uniti, si differenzia dagli altri in quanto vi sono molti personaggi anche divisi in una scelta di campo molto vasta e questa scelta mi ha portato ad ambientarlo in uno stato così grande. All’inizio della storia vengono descritti fatti slegati tra di loro ma l’indagine successiva farà comprendere l’esistenza di un filo conduttore che li unisce. Dietro c’è un uso distorto della tecnologia. Il mio intento era di descrivere i vari personaggi”.

Fabrizo Barontini e Andrea Falchi

C’è un investigatore che indaga?
“Un tenente dell’ Fbi che viene fuori a metà del romanzo”.

Ringrazio il trio e  tornando allo stand della Felici incontro Cristina Lastri, autrice che dopo tre precedenti sillogi poetiche presenta il suo quarto libro ‘All’ombra della torre’, che lei definisce

“Un prosimetro, che non è una brutta parola ma significa alternanza tra poesie e racconti sullo  stesso argomento che in questo caso sarebbe Pisa, ovvero la mia città di nascita dove, oltre ad argomenti che la riguardano, delineo una mappa affettiva,in maniera un po’ a random. Una specie di zibaldone che rimanda al grande Leopardi che tutti noi sappiamo quanto amava la nostra città”.

Argomenti trattati?
“Al 90% è autobiografico, però c’è un margine di fantasia, di romanzo, ma per la gran parte sono racconti della mia vita vissuta, non si dice da quanti anni”.

Progetti per il futuro?
“Sono tanti, ho a casa un cassetto pieno zeppo di idee e spunti ma vanno al rilento. Vedremo”.

CriC

Dopo un altro giro in mezzo alla calca del pubblico che oscura un po’ le migliaia di volumi occhieggianti dagli stand, ho la gran fortuna di imbattermi, di nuovo nello stand della Felici oggi particolarmente popolato, in Alessandro Scarpellini, figura nota sia in ambito locale che regionale e nazionale per la sua qualificata e fortunata attività di poeta e scrittore che lo porta anche a condurre ovunque numerosi corsi di scrittura creativa che, negli anni, hanno avvicinato alla scrittura centinaia di persone e formato decine e decine di valenti penne. In questa occasione presentava un libro di cui ci siamo già occupati su questa testata, parlo dell’ottimo “La viola rossa” che comprende.

Alessandro Scarpellini

“Racconti che parlano dell’esistenza delle persone  che a volte viene sconvolta e il punto di vista che li lega è quello di un personaggio che dice di essere il Dio Pan che tutto conosce e tutto vede. Si parla di diritti negati, violenza e amore”.

Il suo prossimo libro?
“Uscirà nel prossimo mese di marzo e l’ho scritto con un’ amica, una strega, che firmerà con uno pseudonimo, e che parlerà di magia, alchimia e astrologia, dove il maschile e il femminile s’incontrano, si mescolano, si uniscono anche carnalmente. Lo abbiamo scritto a distanza e parallelamente e ognuno si è occupato del suo genere. È un insieme di brani narrativi e poesie ed uscirà per le Edizioni Ecate di Milano”. Molto interessante, da tenere presente.

Questo autore è stato l’ultimo scrittore locale incontrato nella mia scorribanda nei locali di questa ultima e fortunata edizione della festa pisana dei libri. Mi sarebbe piaciuto incontrarne anche altri, amici e sconosciuti, ma il tempo tiranno e le solite incombenze varie mi hanno richiesto altrove. Mi scuso, di conseguenza, sia con quelli che sono passati in altri giorni e orari per le sale festivaliere, sia con tutte le case editrici locali conosciute cui non ho potuto dare spazio e voce; non è colpa di cattiva volontà ma del caso che guida e indirizza i destini degli umani, come ripeto sovente.

Sarà per il prossimo anno.

Intanto, che la dea della lettura vi assista, e buoni libri a tutti!

Guido Martinelli

 

 

 

 

 

 

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