Doady Giugliano

“Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni”. Questa celebre frase di Martin Luther King ben si presta a descrivere la situazione che oggi aleggia, come una sorta di maledizione nella nostra città. Una maledizione che dura da qualche decennio ma che nelle ultime settimane si è amplificata a tal punto che neppure un esercito di esorcisti potrebbe sradicare. Risse, accoltellamenti, vandalismi, borseggi, furti e chi più ne ha ne metta caratterizzano le giornate e soprattutto le nottate di una città, Pisa, ritenuta, un tempo ormai lontano, tranquilla.

Ed i “buoni”, soprattutto i fautori dell’accoglienza a tutti i costi dei poveri migranti economici sono andati in crisi di coscienza, rivolgendosi al primo cittadino, come fosse il Capitano del Popolo dei tempi di Kinzica de’ Sismondi. Cari “Buoni”, “Buonisti” & affini, i tempi sono cambiati e gli spadoni che un tempo si sfoderavano con estrema facilità per combattere i pirati Saraceni o i “mamma li turchi” sono stati piombati nelle guaine, pena la denuncia o l’incriminazione degli attuali “guerrieri”, leggi Forze dell’ordine, che vivono una situazione di frustrazione quotidiana, pur impegnandosi come possono per limitare il danno ma con risultati più o meno inconcludenti.

Sono fatti intollerabili per Pisa– ha affermato il sindaco Michele Conti nel corso di una conferenza stampa indetta dopo l’ennesima sanguinosa battaglia tra gang di spacciatori. Una città di piccole dimensioni come la nostra- prosegue – non può essere ostaggio di 40-50 persone. Adesso basta. Ho chiesto un intervento adeguato e tempestivo al Prefetto di Pisa e al Questore, un giro di vite per interrompere questa escalation di violenza, prima che diventi incontrollabile e porti a conseguenze ancora più gravi. Ho trovato una grande collaborazione da parte del Questore ed insieme al Prefetto e agli altri membri del Comitato per l’ordine e la Sicurezza , abbiamo deciso che debba essere costituita una task force, aumentando il numero degli uomini presenti sul territorio”.

La buona volontà del Sindaco certamente non si discute. Val la pena replicare a lui ed a tutti i preposti all’ordine e sicurezza con una vecchia massima: “Il pesce puzza dalla testa!“, vale a dire che se da Roma non arrivano nuove regole d’ingaggio per i nostri “difensori”, e si modificano leggi obsolete che solerti magistrati applicano dando forza a mano libera ai “signori della droga”, hai voglia di fare riunioni ed aumentare il numero degli uomini in divisa presenti sul territorio e dei quali, le beneamate “risorse”, si fanno beffe.

Questi “soggettini” hanno comunque dimostrato un certo attaccamento alle tradizioni pisane. Prendendo spunto dal Gioco del Ponte, hanno creato e messo in scena pochi giorni or sono il “Gioco della Spalletta“. Due squadre si affrontano, coltello e bottiglie alla mano, in uno scontro sanguinolento, sulle spallette dell’Arno. Ovviamente vince chi riesce a far volare di sotto il contende.

Bob Dole, politico americano, che ha rischiato la pelle per liberare l’Italia dal Nazifascismo, ebbe a pronunciare una frase che ben si addice a tutto questo caos: “La lezione che il Novecento ci ha insegnato è semplice: la violenza aumenta laddove viene tollerata”. Ed io aggiungerei: “Dove non c’è ordine non c’è libertà”.

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Perché la rubrica si chiama “Lo Scolmatore” – Quando il troppo è troppo è opportuno aprire le paratie dando libero sfogo all’acqua, per evitare che tracimi allagando tutto. Ogni riferimento al canale Scolmatore, che dall’Arno devia l’acqua in eccesso al mare, è voluto. Un libero sfogo ragionato da cui si possono trarre spunti di riflessione interessanti.

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