Il Comune di Pisa a giugno ha esteso i divieti posti al commercio itinerante in alcune aree pubbliche. L’obiettivo è arginare il fenomeno dei cosiddetti “food truck“, i furgoncini che vendono cibo di strada, sempre più apprezzati dai clienti e, al contempo, mal digeriti dai commercianti tradizionali. Negli ultimi tempi i furgoncini si erano molto diffusi in alcune zone, vicino alle università, come le Piagge o le vicinanze della facoltà di Ingegneria. Questo successo ovviamente non è passato inosservato. E qualcuno, che non ha gradito, ha fatto pressione affinché venissero posti dei paletti ancora più rigidi di quelli già esistenti.

L’assessore al Commercio del Comune di Pisa, Paolo Pesciatini, ha spiegato che “la misura si è resa necessaria da un lato per contrastare il commercio abusivo”, che in alcune zone era particolarmente forte, ma anche “perché queste forme di commercio, che sono itineranti, talvolta si erano trasformate in commercio a posto fisso, in violazione alle licenze di cui sono titolari”. Avendo clienti fissi quei furgoncini, dunque, finivano col creare una forte concorrenza sleale a bar, pizzerie e alimentari.

Ma quali sono le zone dov’è vietata l’attività ai food truck? Il centro storico di Pisa, ma anche zone più periferiche: il parcheggio scambiatore di via Pietrasantina, via Lucchese e zone vicine, viale delle Piagge, via Andrea Pisano, via Giunta Pisano, Piazza Manin. E sul litorale: piazza Belvedere, a Tirrenia, e il lungomare, dalla foce dell’Arno a Calambrone. In pratica i divieti sono stati estesi a tutte le zone maggiormente frequentate.

I titolari dei food truck sono sul piede di guerra. Protestano contro l’allargamento delle aree vietate e rivendicano il “diritto di scegliere dove mangiare“. Proprio per questo raccolgono firme (sia online che fisicamente) contro la delibera dell’amministrazione comunale, che ha messo i paletti ai furgoncini nelle zone vicine alle università.

Ma non è solo una “guerra” tra commercianti (fissi e itineranti). L’assessore Pesciatini, infatti, spiega che vi sono anche “problemi di viabilità, sicurezza e decoro”, e criticità dal punto di vista “igienico-sanitario e ambientale”.

Una soluzione si può e si deve trovare, nell’interesse di tutti: quelli di chi gestisce bar, pizzerie e alimentari, che sicuramente hanno visto ridursi i loro volumi d’affari, ma anche quelli di chi facendo sacrifici si è messo in proprio, iniziando a lavorare sul furgoncino per cucinare e offrire cibo di strada. In concreto a Pisa si parla di una decina di food truck. Ricordiamoci, infine, che c’è anche il diritto dei cittadini di scegliere cosa, dove e come mangiare. Non meno importante degli altri.

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