Ilaria Clara Urciuoli

C’è una dimensione della vita e del nostro essere che va considerata senza confini. E non soltanto sul piano spirituale – che è ovvio – ma anche sul piano planetario. Questo sembra suggerirci Christian Balzano, artista livornese presente fino al 12 marzo a Palazzo Medici Riccardi con la complessa e affascinante mostra dal titolo Fuori dal Mondo. Un’esposizione mai uniforme a dimostrare l’eterogeneità intellettuale dell’artista che installa un mondo rivestito di stoffe-continenti, una terra che si mostra tra presenze e vuoti mentre una bambina la tira a sé come un balocco.

Al contrario di quanto potrebbe sembrare, e cioè che togliere i confini possa corrispondere a un impoverimento delle caratteristiche specificità della singola creatura, attraverso questa operazione di rielaborazione del confine lo spazio del vivente si amplia e si arricchisce. Ed ecco allora che con uno stravolgimento della realtà (come accade nella saletta che ruota intorno all’idea del matto) il lavoro di disfacimento e riassemblaggio della materia, ci mostra invece le ricche possibilità di ricomposizione della realtà.

Naturalmente un artista intellettualmente così motivato non può dimenticare la dimensione del sacro e del mito. Ce la racconta attraverso la simbologia delle grandi fedi monoteiste (rappresentate qui da quattro grandi timbri in marmo bianco, marchi in grado di creare fratture lungo tutta la storia dell’uomo), cui si aggiunge e contrappone un quinto timbro in marmo nero in cui l’immagine totemica del toro è simbolo ancestrale del mistero (meta)fisico dell’essere.

Nelle ultime immagini l’artista, con intelligenza e umiltà, indica i limiti della storia (dei re e degli uomini) dei cui progetti un Dio invisibile e tuttavia percettibile “ride”, accogliendo benevolmente anche i confini del fare umano.

Ilaria Clara Urciuoli

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