Sergio Costanzo

Pochi sanno che la regione Toscana si è fatta promotrice, col suo Consiglio, di un disegno di legge, fortemente sostenuto dell’Ordine degli Avvocati di Firenze. Il ddl servirebbe a modificare un decreto del 2012 per la riduzione delle spese dello Stato e prevede di creare il tribunale di Empoli. Su quali territori avrebbe competenza il foro di Empoli? Alcuni comuni fiorentini, ovvio, ma anche tutto il Comprensorio del Cuoio e San Miniato. Particolare è il fatto che l’interesse per questo ddl sia trasversale tra le forze politiche fiorentine, mentre a Pisa non se ne parla, né a destra né a sinistra. Perdere quei territori, che magari faranno poi capo a una diversa Camera di commercio, una diversa Agenzia delle Entrate e via andare, è un altro atto piratesco assimilabile agli antichi e nuovi fatti storici, come il depotenziamento dell’aeroporto, il ripensamento delle linee ferroviarie, il “furto” della Scuola Normale che oggi ha sede a Palazzo Strozzi.

Firenze è “l’aguzzino razionale” di Pisa, ma la città della Torre che fa? Auspico una alzata di voce, se non una levata di scudi. Confido in una presa di coscienza e in una pronta risposta da parte delle istituzioni pisane.

Corsi e ricorsi della storia

Che Pisa sia stata una potente città, è risaputo. Come e quando siano iniziate le sue fortune, dove si sia espansa e quali fossero i territori che presiedeva o possedeva nell’antichità, è storia volutamente meno nota. Possiamo dire, riferendoci a tempi più recenti, che Pisa nel 1081 ebbe dall’Imperatore germanico Arrigo IV, il titolo di possesso su tutti i territori costieri che andavano da Luni a Gaeta. In virtù della sua grande capacità di esercitare il diritto Pisa era proprietaria anche di metà Catania, metà Palermo, possedeva per intero molte città costiere di Sicilia e Sardegna e, dopo l’epopea crociata, erano presenti quartieri pisani in Gerusalemme, san Giovanni d’Acri, Antiochia, Costantinopoli e in un’altra infinità di centri commerciali. Tutta questa potenza fu come il fumo negli occhi per Firenze, da sempre astiosa, narcisista e invidiosa e non sempre capace di eccellere. All’indomani della sconfitta della Meloria i cento sindaci delle arti e corporazioni, sottoscrissero il 10 agosto 1284 un documento dal titolo “Della rovina di Pisa”.

Firenze non ambì a conquistare Pisa per sfruttarne i commerci, ma per distruggerla come Roma fece con Cartagine. Così nel 1406 la città che era stata regina dei mari, il cui vescovo era stato metropolita di Corsica e Sardegna, fu data in pasto alle truppe mercenarie agli ordini di Firenze. Un iter burocratico iniziato negli anni in cui Firenze era capitale d’Italia, portò nel 1902 alla creazione della provincia di Livorno a discapito di quella pisana. Nel 1925 furono allargati i confini della provincia livornese, grosso modo sovrapponibili a quelli attuali, privando Pisa di moltissimo territorio.

Anche da un punto di vista ecclesiastico, il vescovado pisano esercitò il controllo su territori sconfinati. Non dimentichiamo che il vescovo pisano Francesco Salviati fu impiccato a Firenze nel 1478, accusato di aver guidato la congiura dei Pazzi. Salviati restò vari giorni a penzolare da una finestra di Palazzo Vecchio, mentre i territori della curia venivano smembrati. Nel 1806 fu concessa a Livorno buona parte della giurisdizione ecclesiastica, fino allora pisana. A Pisa restarono le parrocchie di Pietrasanta, Camaiore, Forte dei Marmi Seravezza e Barga. Che c’è rimasto da sottrarre a Pisa, sì da perseverare nell’opera di rovina messa in atto da Firenze?

Sergio Costanzo

 

Per approfondire sul progetto Tribunale a Empoli

DISEGNO DI LEGGE

Riportare il tribunale a Empoli è un nostro fondamentale obiettivo” /  La Nazione 

Empoli vuole il tribunale, FdI riporta il progetto in Parlamento /  GoNews

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