Guido Martinelli

Martedì 9 agosto 2022, alle 12, nell’anno di “Volterra ‘22 prima città toscana della cultura”, dopo un lungo periodo di restauro, riapre il Museo “Guarnacci”, uno dei più antichi Musei pubblici d’Europa. Nacque nel lontano 1761, allorchè il nobile abate Mario Guarnacci (Volterra 1701-1785) donò il suo ingente patrimonio archeologico, raccolto in anni di ricerche e acquisti, al “pubblico della città di Volterra”. Questo Museo conserva ed espone una delle più grandi collezioni di opere etrusche al mondo.

Sono state riallestite le sale dedicate ai capolavori: l’Ombra della Sera, l’urna degli Sposi, il cratere di Montebradoni, le ceramiche a figure rosse, i bronzi e la sala delle oreficerie. L’intervento museografico è stato curato dallo “Studio Guicciardini e Magni Architetti”, mentre il progetto illuminotecnico è stato realizzato dallo “Studio Massimo Iarussi”. Entrambi fiorentini. Per saperne di più ho rintracciato l’Assessore alla Cultura del comune volterrano, già di Pisa, Dario Danti.

Come valuta, assessore Danti, questa operazione?

”La ritengo un’operazione molto importante, portata a termine grazie al contributo della Regione Toscana di 1.600.000 euro per la valorizzazione del patrimonio etrusco, che ci ha permesso di rigenerare il museo con l’ausilio di grandi professionisti, come lo Studio Guicciardini e Magni Architettiche ha riallestito sia il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze che quello di Pisa. Altrettanto qualificato è stato l’intervento illuminotecnico curato dal prestigioso studio larussi, che ha illuminato musei come il Louvre, la Biblioteca Nazionale di Francia ,le mura di Monteriggioni, la cattedrale di Ancona, l’affresco dell’ultima cena a Milano, gli Uffizi di Firenze, come altre migliaia di luoghi in tutto il mondo. Per noi è stato un intervento molto importante ed è stata al contempo una scelta che ha puntato alla qualità estrema”.

Quanto sono durati i lavori?

“I lavori sono iniziati durante il periodo di chiusura forzata per il lockdown covidiano,  in cui si è mirato a disallestire la collezione esposta e a spostare gran parte dei magazzini per liberare gli spazi che verranno riutilizzati dal pubblico. In seguito si sono svolti lavori di riqualificazione della struttura con interventi quali l’abbattimento delle barriere architettoniche, il miglioramento strutturale e funzionale degli spazi del Palazzo Desideri Tangassi che ospita il Museo, rinnovata l’impiantistica, rifatta la facciata e la copertura, allestito sia un nuovo progetto illuminotecnico sia un altrettanto nuovo progetto museografico con la revisione del percorso di vista, riallestito le sale espositive”.

Questo intervento è unico nel suo genere o si collega ad altri nel territorio?

”È collegato agli interventi di recupero di altre infrastrutture museali e dei beni culturali della città come la ‘Deposizione’ del Rosso Fiorentino che si trova nella Pinacoteca civica di Volterra. Nel 2015 poi, è emerso casualmente l’anfiteatro romano di Volterra, un edificio monumentale dell’epoca romana di notevole importanza, e sul suo scavo il ministero ha investito 2 milioni dal 2016 per iniziare i lavori, e ora ne sono arrivati altri 7 e mezzo per finire i lavori”.

Mi sembra di comprendere che il comune di Volterra tenga molto alla cultura…

”La politica di tutta l’amministrazione comunale è stata sempre tesa a valorizzare e rigenerare il patrimonio artistico e culturale del territorio cui viene dato un valore determinante, e questo ci ha portato, nel 2019, ad arrivare tra le prime dieci cittadine italiane candidate al ruolo di capitale italiana della cultura. Successivamente, anche in virtù di questo risultato, la regione toscana ha istituito, per la prima volta, il titolo di città toscana della cultura assegnandolo proprio a Volterra. Grazie a questi finanziamenti regionali abbiamo così potuto realizzare circa trecento eventi culturali di ogni tipologia”.

E per il futuro come intendete muovervi?

“Per l’anno prossimo speriamo di dare continuità alla partecipazione e alla cittadinanza culturale valorizzando l’associazionismo del territorio confinanziamenti pubblici e privati”.

Grazie, complimenti e buon lavoro, noi vi seguiremo.

“Grazie a voi, a presto!”

Torneremo dalle parti delle balze volterrane perché non è vero, come disse in modo improprio qualcuno tempo fa, che “con la cultura non si mangia”, dato che, come disse all’opposto qualcun altro, è l’uomo colto con l’umiltà in groppa che porta avanti il mondo”.

E chi ama la Cultura deve essere considerato con particolare attenzione.

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