Francesco Fasulo

La mattina comincia con la telefonata del direttore che mi sveglia da questo sogno: io, Benali, Meroni, Simeone, Gianni Minà e Kobe Bryant seduti al tavolo dell’osteria in Domo di Pisa, discutiamo su dove andare in vacanza quest’estate. Non so cosa ci faccia Kobe ma sapete come funziona il subconscio.

Benali ci ha appena regalato il sogno, Mero è tornato e sta bene, finalmente, Cholo è unico che vedrei al posto di forte e gentile. Minà è, insieme a Gianni Mura, il giornalismo sportivo che mi interessa. Nel frattempo sui lungarni è tutto neroazzurro.

“Ok Google, cosa c’è da vedere in Libia?”. È Benali che insiste per portarci a casa sua malgrado le tensioni politiche. Mette sul piatto l’Arco di Marco Aurelio, il castello di Tripoli, decine di moschee. Convince Minà Che si esalta per un eventuale reportage dalle coste libiche. Troppo complicato e poi sei di Manchester, non se ne parla. “Per adesso no”, lo cassa Mero, che insiste per Los Angeles e la NBA Fever proposta dal Black Mamba #24. Minà convinto sulle orme di Cassius Clay.

Cholo propone Baires e Montevideo, con pesca dei dorados e battute di caccia con Roby Baggio: convince Minà con l’ombra del Diego che incombe.

Mero dice che per tradizione dopo una promozione a Pisa si va ad Ibiza, ma Los Angeles lo acchiappa.

Io ascolto ed elaboro.

Sono attratto dalle suggestioni che evocano queste proposte ma quest’anno non è il caso, quest’anno stiamo qui nel “posto più bello del mondo”, come i Pisani al nord chiamano Tirrenia.

Tutti incredibilmente d’accordo tranne Gianni Minà che si incacchia e chiede: “Che ci faccio io a Tirrenia?”.

Entra Vocina che gli dice: “Rilassati e non rompere le palle”.

Bona Ugo, forza Pisa!

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