Francesco Fasulo

Dai Cristian, andiamo. Andrea cerca di convincere il suo amico di una vita a lasciare il lavoro per due giorni e raggiungere ad Oporto, a seguire la beneamata nerazzurra. Non andiamo nel settore ospiti me la voglio proprio godere, compriamo dei biglietti belli, dai per una volta. E poi a Oporto non ci andremo mai. Dai c’è l’oceano, la libreria di Harry Potter, le ceramiche azzurre, i quartieri tipo la Ribeira e il “vino” con quel sapore inconfondibile”.

Cede Cristian. Tutti al pc per riuscire a comprare il “bilhete”. Aereo preso. Non avremo speso troppo? Ma no c’è l’Inter e ha vinto a San Siro di misura. Sarà stupendo. Invece no. Non ci fanno entrare, Fra. Impreca. Siamo qui dalle 18. Ci rimbalzano da una parte all’altra dello stadio. Hanno deciso, dopo averci fatto partire, che è pericoloso farci stare mischiati con i portoghesi. Come se noi fossimo lì per fare casino. Mai in quarant’anni ho offeso qualcuno allo stadio. Forse una volta un “gobbo”, ma non ho mai sfiorato nessuno.

Sono fuori dallo stadio e adesso vado all’hotel perché ho paura che qualcuno faccia valere i propri diritti in maniera non pacifica. Io non lo farei mai ma qualche fenomeno che spaccherà tutto ci sarà. Siamo sempre ostaggio di cervellotici pensatori. E adesso chi lo sente Cristian? Chi mi ridarà i soldi del biglietto? Almeno una bottiglia di Porto? In hotel arriva una famiglia con tre bambini. Piangevano tutti. Adesso ridono, non c’è più tempo. Con la grinta si torna in piazza Axum.

Francesco Fasulo

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