Alla Germania è stata data la foto del “Vaso di fiori” di Jan van Huysum, con la scritta “rubato” in italiano, tedesco e inglese, appesa al posto del quadro dal primo gennaio di quest’anno, quando il direttore Eike Schmidt lanciò il suo appello per la restituzione del dipinto trafugato dai nazisti nel 1944. L’originale del prezioso dipinto è stato riconsegnato all’Italia.

Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha partecipato alla cerimonia di riconsegna, avvenuta in forma solenne a Firenze. “Con questo europeismo reale dei fatti, del concreto, non tanto delle parole – ha detto il capo della Farnesina – anche con questo siamo potuti arrivare a questo lieto fine. È una bella storia che rappresenta un’azione coordinata che ha permesso di riportare a casa un quadro importante che era stato collocato in queste collezioni per vivere in queste collezioni”. Il ministro ha fatto anche una citazione cinematografica: “In questa circostanza ci siamo sentiti come i protagonisti del film ‘The Monuments men‘. C’è stato un gioco di squadra fra Germania e Italia: chi segue il calcio ha un’antologia di partite giocate fra le squadre di Germania e Italia, ma qui abbiamo giocato nella stessa squadra, e abbiamo vinto”.

La cerimonia è avvenuta nella Sala Bianca del Museo di Palazzo Pitti, alla presenza del ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli e del collega di governo Milanesi. È stato il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, a riconsegnare il dipinto che da oggi è di nuovo esposto al pubblico. Tra le autorità presenti anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, e il comandante generale dei Carabinieri, Giovanni Nistri. Le indagini per trovare il dipinto sono state svolte proprio dai carabinieri, quelli del nucleo di tutela del patrimonio culturale di Firenze, coordinati dalla Procura del capoluogo toscano. Grazie al loro lavoro fu individuata la famiglia erede del soldato che aveva esportato illegalmente l’opera, ricostruendo i vari passaggi di mano del dipinto.

“Grande giorno per le Gallerie degli Uffizi, per Firenze, per l’Italia e per l’umanità intera – ha detto Schmidt -. Mi auguro che sia la prima di una serie di opere trafugate dai nazisti che sono da restituire. Grazie alla forza dell’arte oggi rendiamo giustizia alla storia e accogliamo il ‘Vaso di fiori’ di Jan van Huysum qui dopo 75 anni”.

Il ministro tedesco Mass ha sottolineato che “un museo senza opere è come un vaso senza fiori, involucro vuoto, ma privato della sua vera funzione. Non si può dire che gli Uffizi senza ‘Il vaso di fiori’ di Huysum fossero vuoti, però mancava qualcosa, e questo è stato la base per l’impegno di tanti per colmare questo vuoto. Oggi siamo qui per colmare questo vuoto e celebrare il ritorno dell’opera”.

Il “Vaso di fiori” apparteneva alle collezioni di Palazzo Pitti fin dal 1824, quando fu acquistato dal granduca Leopoldo II per la Galleria Palatina. Per oltre un secolo fu esposto nella sala dei Putti, insieme ad altre nature morte olandesi. Nel 1940, quando all’inizio della guerra la reggia fu evacuata, il quadro fu spostato nella villa medicea di Poggio a Caiano (Prato). Nel 1943 finì nella villa Bossi Pucci di Firenze, fino a quando i soldati tedeschi, in ritirata verso il Nord Italia, lo presero portandolo a Castel Giovio (Bolzano). Ma la cassa in cui era trasportato il quadro fu aperta e il “Vaso di Fiori” finì in Germania. Dopo decenni di oblio “ricomparve” nel 1991. Da quel momento diverse persone tentarono di mediare la riconsegna all’Italia cercando di ottenere dei soldi. Nel 2018 la Procura di Firenze aprì un’indagine perché l’opera, di proprietà dello Stato, non era alienabile né acquistabile.

Poco dopo essersi insediato alla guida della galleria degli Uffizi Eike Schmidt iniziò a battersi perché il quadro venisse restituito all’Italia. Per dare forza mediatica alla sua battaglia fece esporre una copia del quadro agli Uffizi con la scritta “rubato”. Le foto fecero il giro del mondo.

Eike Schmidt con la copia del Vaso di Fiori
Eike Schmidt con la copia del Vaso di Fiori (Uff. Stampa Uffizi)

Foto: cerimonia (Ambasciata di Germania a Roma), il direttore Schmidt che rimette il quadro al suo posto (uffizi.it)

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