La vita umana non ha prezzo. Tutti concordiamo su questa massima, anche se quando si verificano incidenti o tragedie di vario tipo, un valore viene quantificato in sede di risarcimento civile ai familiari. La notizia di cui vi parliamo ora riguarda un gravissimo fatto di sangue accaduto, in Toscana, nel lontano 1944. Parliamo della strage di Sant’Anna, che costò la vita a 560 persone, tra cui 130 bambini.

La Regione Toscana ha deciso di proporre un’azione civile per “quantificare i danni” e ottenere un risarcimento per le vittime dell’eccidio. Così ha stabilito la giunta regionale con una delibera. “Ho dato mandato all’avvocatura regionale – spiega il presidente, Eugenio Giani – affinché vengano predisposti gli atti per aderire all’iniziativa dell’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema, che ci ha fatto una specifica richiesta. Quello che riusciremo ad ottenere verrà utilizzato per interventi a sostegno delle comunità locali. Non potevamo non compiere questo atto. A Sant’Anna nel 1944 è stato compiuto uno degli eccidi più atroci ed è diritto degli eredi avere un risarcimento”.

Si parla quindi di un “valore economico” da quantificare e di un diritto (quello degli eredi). La Regione Toscana, è bene ricordarlo, si era costituita parte civile nel processo penale contro i soggetti imputati ed ha ottenuto il diritto al risarcimento. Proprio in virtù di questo può far valere il proprio diritto nei confronti del Fondo risarcimento vittime eccidi nazisti, costituito dal Ministero dell’economia e delle finanze lo scorso mese di aprile.

Ma nessun risarcimento potrà colmare il dolore atroce patito da quello vittime e il vuoto lasciato nei cuori dei loro familiari. Eppure è una iniziativa che un senso ce l’ha. Serve a curare una ferita, ancora viva, che si farà sentire ancora a lungo. Anche se, il bene più prezioso da salvaguardare, a nostro avviso, è la memoria. Cosa da fare con ogni iniziativa di carattere culturale, sociale, sportivo e altro genere, specie tra i più giovani.

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