Guido Martinelli

Tra i vari stand editoriali del Pisa Book Festival 2022 m’imbatto in una casa editrice tra le più attive e degne di attenzione per lo spazio che offre ai più qualificati autori del territorio pisano e toscano, di cui ho sempre sentito parlare in termini lusinghieri: le Edizioni Carmignani. Dietro le innumerevoli copie di libri mi sorride la titolare Micol Carmignani che mi concede un po’ del suo prezioso tempo e, come sempre, la invito  a proporsi in prima persona

“Sono Micol Carmignani e sono la fondatrice della casa editrice di cui sono attualmente titolare con la mia socia Chiara del Corona. La nostra è una casa editrice indipendente attiva dal 2014. All’inizio della nostra attività eravamo di casa a Cascina ma attualmente siamo a Staffoli, nel comune di Santa Croce sull’Arno”.

Perché la scelta di dare vita ad una editrice?

“Allora, per una serie di competenze e passioni accumulate negli anni. Da un lato la passione per la letteratura, per i libri, e anche per il desiderio di poter cambiare qualcosa. Questa è forse l’unica arma che abbiamo a disposizione per migliorare un po’ le cose. Le esperienze e competenze pregresse nel settore mi hanno convinto ad iniziare questo lavoro così difficile ma affascinante, in modo autonomo e indipendente sia culturalmente che economicamente. La casa editrice ha sempre vissuto in modo indipendente ed è riuscita a sopravvivere nonostante le difficoltà del settore che è in decrescita rispetto al tempo dell’apertura”.

Da quanto siete in funzione? 

“Dal 2014, sono otto anni pieni di attività”.

Quanti libri avete in uscita?

“La nostra programmazione si muove per trimestri, da qui a Natale ne abbiamo in uscita una decina”.

Quello più vicino all’uscita?

“È un’ antologia di gialli ambientati a Pistoia e dovrebbe vedere la luce nel prossimo mese”.

Come si deve fare per farsi pubblicare da voi?

“Bisogna scrivere bene, bisogna scrivere cose che possano essere di interesse per gli altri. Noi vorremmo che ogni autore considerasse che i libri non sono soltanto per chi li scrive, ma che hanno bisogno di un pubblico e quindi devono essere veicolati e anche comprensibili a tutti. Queste sono le nostre regole base per poter avere una positiva valutazione editoriale. Noi pubblichiamo tanti generi letterari e in base alla peculiarità del libro cerchiamo di valorizzarlo al meglio. Però, ogni libro ha vita e anima a sé, e quindi non è che ci sono dei requisiti validi per tutti ma ognuno dei testi va trattato a suo modo”.

L’autore partecipa economicamente o no? 

“Allora, dal 2020, da quando col Covid ci sono state tutte le continue chiusure e aperture e le varie limitazioni alla nostra attività, abbiamo deciso di chiedere una compartecipazione all’autore o all’autrice chiedendo l’acquisto di 50 copie, naturalmente a sconto, che poi possono essere tranquillamente rivendute o donate dall’autore a chi desidera. Chiediamo, insomma, un sostegno che non va a coprire nemmeno i due terzi dei costi che noi sosteniamo, però ci aiuta per la stampa dato che il costo della carta è più che raddoppiato negli ultimi tempi”.

Com’è la situazione dell’editoria post Covid?

“È tragica e si basa sostanzialmente sulla passione di chi la fa perché il volume di vendita è diminuito, e i prezzi di produzione sono aumentati, specialmente se cerchiamo di restare entro certe regole ‘morali’ del business. Quindi, se cerchiamo di stampare prodotti del nostro territorio e valorizzarne le peculiarità, si ha una sorta di imbuto in cui rimane sostanzialmente ben poco, e questo ha portato tanti di noi a chiudere e cercare un altro lavoro. Di conseguenza questo lavoro diventa un po’ un hobby, e questo è deleterio perché implica che rimane meno tempo da dedicare alla nostra attività con evidenti ripercussioni sulla qualità. Mi sento, quindi, di invitare tutti a sostenere l’editoria indipendente acquistando e leggendo libri delle case editrici indipendenti. Sostenerle significa valorizzare delle nicchie di scrittura che altrimenti non rientrerebbero nelle logiche della grande economia delle grandi case editrici. Soprattutto se vogliamo continuare a far parlare gli autori del nostro territorio e dare voce all’Italia minore”.

Prospettive e speranze?

“Una prospettiva interessante sarebbe che la gente cominciasse a leggere un po’ di più anziché rifugiarsi nelle serie di Netflix, e che magari si comprendesse  che la vera libertà si acquisisce attraverso la lettura”. 

La letteratura salverà il mondo?

“Io penso di sì, ci credo, e per questo faccio questo lavoro”.

Grazie per la disponibilità e per l’appello, da prendere in seria considerazione!

 

 

 

 

 

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