Guido Martinelli

Le serate estive ci portano a stare di più all’aria aperta e a volgere lo sguardo in su, verso la volta celeste, e in questo modo si riescono a cogliere spettacoli stupendi come la stupenda, luminosa, immensa luna piena di alcuni giorni fa, che ha fatto sognare i cuori più sensibili. E forse questa nuova dimensione stagionale aperta all’ambiente ci rende anche più sensibili verso gli astri in genere. Almeno è quello che succede a me che non mi ritrovo certo, come un malinconico epigono del grande Giacomino marchigiano, a dialogare col nostro satellite naturale, ma avverto una maggiore sensibilità verso “le cose del cielo”. Per questo una sera mi sono precipitato a Cascina (Pisa) per una delle numerose serate del cartellone “Metti una sera a Cascina” organizzato dall’assessorato alla Cultura. Sto parlando di “Donne in ascolto del cosmo”, un incontro con alcune ricercatrici che collaborano con Virgo ovvero: Pia Astone dell’Università La Sapienza di Roma; Eleonora Capocasa Apc della Sorbonne Paris Citè e Julia Casanueva dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo; con loro il responsabile della comunicazione Vincenzo Napolano. L’incontro si è svolto nel vasto cortile della banca di Pescia e Cascina davanti a un pubblico interessato e attento, ed è intervenuto, insieme all’assessore alla Cultura Bice Del Giudice anche il sindaco di Cascina Michelangelo Betti.

La serata è stata molto interessante e le scienziate hanno parlato, con competenza, chiarezza e semplicità per un pubblico di neofiti di argomenti cosi complessi e per iniziati, come quelli concernenti la ricerca della materia oscura dell’universo da parte di Virgo, il grande interferometro costruito da una collaborazione internazionale per rilevare onde gravitazionali provenienti dallo spazio. Per la precisione Virgo, che prende il nome dall’ammasso della Vergine comprendente 1.500 galassie nella costellazione della Vergine e distante circa 50 milioni di anni luce dal nostro pianeta, è un interferometro di Michelson, con bracci lunghi 3 km che, com’è risaputo, si trova nel comune di Cascina, nella frazione di Santo Stefano Macerata. Vi lavorano circa 300 fisici e ingegneri di cui il 33% di sesso femminile, e le dottoresse hanno parlato del loro cammino professionale e di come siano riuscite, superando le inevitabili resistenze maschiliste poco convinte delle competenze scientifiche dell’altra metà del cielo, a ritagliarsi uno spazio importante all’interno delle gerarchie operative di un progetto che sta dando ottimi risultati. Non dimentichiamo, infatti, il giorno in cui Virgo è riuscita a captare onde gravitazionali che confermerebbero l’esistenza nel cosmo di sistemi composti da un buco nero e da una stella di neutroni.

È stato ricordato come, in un primo momento, il fisico pioniere della ricerca sulle onde gravitazionali e padre di Virgo Adalberto Giazotto, volesse costruirlo inizialmente a San Rossore. Fu il compianto sindaco cascinese Carlo Cacciamano a convincerlo a scegliere il suo territorio per realizzare questo sogno. Nel corso della serata si è anche compreso come un simile, sofisticato esperimento, abbia anche dei risvolti pratici. Infatti acceleratori di particelle simili a Virgo vengono utilizzati a Pavia per sparare protoni su zone cancerogenee non ben localizzate. Un po’ come accadde con le spedizioni lunari che alla lunga hanno favorito la nascita e lo sviluppo dei pc e dei cellulari.

Alla fine dell’incontro non potevo esimermi dall’avvicinare i relatori della serata per scambiare con loro alcune battute. Dapprima ho incontrato il dottor Vincenzo Napolano, responsabile della comunicazione.

Perché questa serata a Cascina?
“Per raccontare la realtà di Virgo e di farlo attraverso una prospettiva interessante qual è quella delle scienziate che lavorano a questo grande esperimento internazionale. Questo appuntamento è un ulteriore modo, come quello dell’anno scorso, per incontrare la cittadinanza cascinese e raccontare loro quello che c’è sul suo territorio”.

Com’è l’attuale situazione di Virgo?
È nella fase di commissioning, cioè è fermo, non sta prendendo dati, sono stati fatti degli interventi per renderlo più potente e sensibile e ora si approntando un collaudo finale per metterlo in funzione nella seconda metà del 2023. I ricercatori stanno lavorando giorno e notte a questo collaudo ed è un momento di grande lavoro, di grande intensità, anche se siamo apparentemente fermi, ma poi comincerà la presa dati e sicuramente nella prossima presa dati ci potranno essere di alcuni eventi a settimana. I rilevatori gravitazionali funzionano così: ogni volta ci si ferma per un periodo per aumentare la sensibilità e quando si riparte si vedono più segnali. Nel primo periodo di rilevazione ne sono stati visti tre, nel secondo tre e nel terzo periodo di osservazione settanta. E probabilmente nel prossimo se
ne vedranno di più. Quindi, è uno strumento che rende ancora più realistica questa nuova astronomia fatta con i segnali gravitazionali e non con la luce, non con i raggi gamma, non con le particelle, bensì con i segnali gravitazionali.

In seguito sono andato a scambiare due parole con la giovane dottoressa Julia Casanueva.

Dottoressa, lei da dove viene?
“Dalla Spagna, più precisamente dalla Cantabria, costa nord del Paese, dove mi sono laureata in fisica all’università di Santader, la capitale”.

Che ruolo ricopre a Virgo?
“Sono un tecnologo e lavoro dal 2014 al controllo dell’interferometro che è un ruolo impegnativo perché permette agli astronomi di prendere i dati che a loro interessano”.

Julia Casanueva, Osservatorio Gravitazionale Europeo

Come trova il ruolo femminile all’interno del progetto?
“Molto positivo, le colleghe che ci hanno preceduto hanno tracciato una strada che ha permesso a noi arrivate dopo di avere più spazio, credibilità e possibilità. Alcuni ruoli chiave attualmente, sono ricoperti infatti da donne, soprattutto nel controllo delle attività. In tutto lo staff di Virgo la parte femminile, come già ricordato durante la serata, è presente per il 33%. Tanto per fare un paragone in Giappone, in un progetto analogo, la componente femminile ricopre solo l’1%”.

Vedo che si esprime bene in italiano, lo ha studiato prima di venire nel nostro Paese?
“No, l’ho imparato sul campo”.

Complimenti, come vede le prospettive di Virgo?
“Molto positive, abbiamo fatto un cammino elettrizzante e tanto, ugualmente bello, ne abbiamo da fare”.

Essendo assolutamente ascientifico mi vengono due classiche domande che lei riterrà sicuramente sciocchine…
“Mi dica”.

Dopo certe aperture della Nasa viene spontaneo chiedersi se ci sono altre civiltà aliene e se le incontreremo mai.
“È possibile che ci siano altre razze, diverse civiltà aliene, ma non sono certo vicine e, almeno per ora, è molto difficile andarle a trovare e riuscire a comunicare con loro”.

La seconda riguarda una mia vecchia passione infantile persistente nel tempo: riusciremo mai a inventare una macchina del tempo?
“Seguendo le tesi di Einstein è più facile inventare una macchina che va nel futuro piuttosto di una che torna indietro nel passato”.

Mi sembra un’ottima idea dottoressa, se riuscirete nell’opera se ne potrebbe trarne profitto andando in avanti nel tempo a vedere i risultati delle estrazioni del superenalotto, per esempio, e poi tornare indietro per incassare le vincite: nel caso mi tenga presente.
“Non mancherò (sorride).

La saluto e la ringrazio scusandomi per la mia cialtronaggine, e ripromettendomi di tornare più seriamente sull’argomento, come feci in passato, magari per avviare su questa testata una specie di semplice rubrica di divulgazione scientifica su questi ed altri argomenti analoghi con queste scienziate preparate e disponibili. Non è mai troppo tardi per imparare.

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