L’avvocato Gabriele D. Puccini, pisano, ha scritto un romanzo intitolato “Gli abissi dello stagno” (Bookabook, 17 euro) acquistabile nelle librerie dal 4 Aprile. Parla delle stranezze degli abitanti di un’immaginaria cittadina di provincia, Alfena. In questa intervista l’autore ci racconta qualcosa del suo lavoro.

Di che parla il suo libro?
Gli abissi dello stagno è una carrellata di racconti, ubicati nella distopica città immaginaria di Alfena, aventi ad oggetto le tragicomiche vicende esistenziali di una pletora di miserabili disadattati amorali anaffettivi e sociopatici”.

Com’è nata l’idea?
“I racconti sono stati scritti in parte prima, e in parte durante la pandemia. L’ idea di collazionarli è nata durante il blocco pandemico del 2020, ovvero durante un periodo che ci ha obbligato a rivedere le nostre priorità, capendo che l’esistenza di un domani, in cui rinviare l’ inizio dei tentativi per concludere le attività intraprese, non è un dato così scontato”.

I protagonisti del romanzo sono personaggi con seri problemi, anche se all’apparenza normali. Come mai questa scelta?
“La scelta dipende dal fatto che non esistono soggetti ‘normali’, così come non esistono azioni ‘giuste’, ma solo esseri umani che, come tali, hanno la potenzialità di compiere atti bizzarri cruenti, crudeli e totalmente inattesi. La miserabilità che cerco di narrare deriva da nuclei psicotici, tanto imprevedibili quanto incoercibili, incastonati nelle remote profondità di soggetti spesso al di sopra di ogni sospetto”.

Tutti i fatti raccontati sono frutto della fantasia, così come i personaggi descritti. Ma, va da sé, gli spunti che la cronaca offre ogni giorno sono enormi. E’ stato così anche per lei? C’è qualche fattaccio che l’ha colpita/condizionata di più?
“Nonostante la mia fittissima rete di contatti, ho sempre svolto, sin dalla gioventù, attività antropologica pionieristica, cercando di conoscere le realtà umani più marginali e disparate. In questa rapsodica attività di ricerca, ho incrociato, in moltissime occasioni e nei contesti più impensati, schegge di autentica follia incapsulata, proveniente da chissà quale insondabile e gelido abisso interiore”.

C’è qualche personaggio “positivo” o, comunque, meno peggio degli altri?
“Tutti i personaggi hanno note chiare e scure. Nessuno è totalmente virtuoso così come nessuno è irrimediabilmente corrotto, in modo irreversibile, esattamente come l’umanità che ci circonda”.

Ha già in mente un nuovo libro?
“In realtà sì, ovvero la naturale prosecuzione delle presente opera, in un contesto in cui i personaggi descritti interagiscono trasversalmente tra di loro”.

 

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