C’è un’interessante approfondimento, sul Corriere Fiorentino, intitolato così: “In strada a Firenze a 30 km/h e poi a 50 km/h (sullo stesso tragitto): la differenza è solo di 5 minuti”. Il giornalista ha fatto una prova in moto e in auto, cercando di dimostrare, dati alla mano, che se il limite di 30 km/h venisse introdotto alla fine cambierebbe poco.

Con uno scooter 125 ha percorso  6,8 km (tra la rotatoria di viale Duse e piazza Gaddi) sempre rispettando i limiti, con una velocità media di 22,6 chilometri all’ora. Questo all’andata. Nel tornare indietro, invece, per 6,4 km ha tenuto una media di 19,2 chilometri all’ora. In seguito ha fatto lo stesso percorso, andata e ritorno, con una moto, viaggiando a 50 km/h. Ci ha messo 16 minuti (25,5 km/h di media) e 17 minuti (22,5 km7h di media). Qualche giorno dopo ha fatto lo stesso percorso in auto. Con il limite di 30 km/h ha impiegato 28 minuti, con quello di 50 km/h, invece, ha impiegato 23 minuti.

Nell’articolo sono espresse alcune considerazioni interessanti sulle variabili di cui ovviamente bisogna tenere conto: l’intensità del traffico, eventuali cantieri che rallentano la marcia, l’eventuale presenza di scuole o altre zone “sensibili”, in cui bisogna prestare massima attenzione, il livello di inquinamento ecc.

Morale della favola? La tesi, contenuta nell’articolo, è che per soli 5 minuti di differenza non valga la pena tenere i limiti a 50 km/h, e che si debba andare più piano, per ridurre i rischi di incidenti.

L’articolo è molto interessante, perché parla di velocità media, gli effettivi tempi di percorrenza lungo un tragitto. Che tradotto in soldoni vuol dire: tu puoi anche sgasare a 80 km/h (non potresti ma diciamo che lo fa), poi tanto arrivi al semaforo, oppure ad un restringimento, freni, stai fermo ecc. ecc. Alla fine ciò che conta è quanto ci hai messo ad andare da A a B. Questa è l’unica cosa che conta davvero. Quindi i limiti di velocità bassi stravolgerebbero davvero la nostra vita? Probabilmente no. Tanto, anche se ci illudiamo di andare a 50 km/h, il tempo medio del nostro spostamento in città, se le cose andassero bene, sarebbe di poco superiore ai 20 km/h. In pratica come andare in bicicletta.

La soluzione, quindi, non potrebbe essere usare di più la bici e meno le auto? Laddove possibile sì. Ma in Italia, si sa, anche in pianura siamo un po’ refrattari ai pedali.

Altra considerazione: sempre nel medesimo articolo citato si parla dei limiti a 50 km/h che spesso non vengono rispettati. Benissimo, dico io, perché non intervenire in modo rigido su questo? Che senso ha abbassarli a 30 km/h se tanto, poi, non li faccio rispettare? Dimenticavo, le proteste per le multe ricevute a casa per eccesso di velocità fanno sempre arrabbiare. E si protesta contro il Comune, imprecando contro il sindaco di turno che, per “fare cassa”, ci tartassa.

Siamo sempre i soliti, vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca. Chiediamo più sicurezza e meno morti sulle strade ma non siamo disposti a rispettare i limiti di velocità (che statisticamente riducono i rischi). Viviamo in un perenne stato di demagogia e ipocrisia. Prendiamo in giro noi stessi, limitando i nostri ragionamenti allo spazio di un tweet o di un post su Facebook. Poi passiamo oltre.

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