Sinceramente non abbiamo mai compreso per quale motivo i fondi del Pnrr dovessero andare a finanziare anche i lavori per uno stadio (ci riferiamo all’Artemio Franchi di Firenze). Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è nato, lo ricordiamo, per affrontare le sfide connesse alla crisi pandemica e al conseguente rallentamento delle economie europee. A tale scopo l’Unione europea ha approntato un nuovo strumento finanziario per supportare la ripresa negli Stati membri, con una dotazione di 723,8 miliardi di euro, di cui 338 miliardi di sovvenzioni e 385 miliardi di prestiti.

L’Italia ha ottenuto uno stanziamento di 191,5 miliardi, di cui 68,9 miliardi di sovvenzioni e 122,6 miliardi di prestiti. Ma questi soldi a cosa dovrebbero servire? Per finanziare progetti su questi ambiti:
1) transizione verde;
2) trasformazione digitale;
3) crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, compresi coesione economica, occupazione, produttività, competitività, ricerca, sviluppo e innovazione e un mercato unico ben funzionante con PMI forti;
4) coesione sociale e territoriale;
5) salute e resilienza economica, sociale e istituzionale, anche al fine di aumentare la capacità di reazione e la preparazione alle crisi.

La fantasia e bravura di qualche tecnico ha fatto sì che i lavori per lo stadio (non solo di Firenze ma anche di Venezia) venissero considerati- non si sa come – sotto uno di questi punti. Ma la Commissione europea non si è fatta abbindolare e ha detto no.

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, aveva reagito in questo modo: “Firenze subisce un danno grave, ingiusto e ingiustificabile. Siamo profondamente delusi per questa decisione dell’Unione europea sulla quota di finanziamento di 55 milioni di euro del Pnrr sul progetto di restauro e riqualificazione dello Stadio Franchi di Firenze, che non è semplicemente uno stadio ma un monumento nazionale vincolato dallo Stato”.

Alle 13 del 28 giugno, intanto, è scaduto il termine per la presentazione delle offerte per la progettazione esecutiva e i lavori allo Stadio Artemio Franchi. Nessuna offerta è stata presentata, nessuno si è fatto avanti. Evidentemente il mancato arrivo di quei soldi ha messo paura a chi, all’inizio, sembrava interessato. Il Comune di Firenze intende rimescolare le carte per far redigere la progettazione esecutiva in meno tempo, effettuare una nuova gara e iniziare i lavori a fine dicembre. Tempi molto ristretti. Coi lavori in corso, tra l’altro, si dovranno predisporre tribune provvisorie per aumentare la capienza dello stadio di rugby fino a 16mila posti. Ma chi pagherà tutti questi costi? Affidarsi a un privato (il proprietario della Fiorentina, Rocco Commisso, aveva idee chiare in proposito) non sarebbe stato meglio, evitando di far spendere ingenti somme di denaro pubblico?

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