Che a Piombino vi siano problemi ambientali e occupazionali è risaputo. Purtroppo è il frutto di scelte politiche non proprio lungimiranti degli ultimi decenni, e della crisi industriale che, senza aver costruito valide alternative produttive, ha lasciato degrado, disoccupazione e ansia diffusa.

È comprensibile che i cittadini siano arrabbiati e non vogliano sentirsi calare addosso un’altra scelta considerata potenzialmente pericolosa. Stiamo parlando, ovviamente, del rigassificatore. Un impianto di cui però l’Italia ha un gran bisogno e in tempi rapidi. Costruirlo in quella zona, per motivi tecnici legati alla vicinanza con la rete nazionale e le infrastrutture presenti, è strategico per il nostro Paese. “Il rigassificatore di Piombino è essenziale per la sicurezza nazionale”, ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l’ultimo Consiglio dei ministri.

Il presidente della Camera, Roberto Fico, in un’intervista a Radio 24 ha detto che il rigassificatore di Piombino “è arrivato un po’ a sorpresa alla cittadinanza e al sindaco”. Ed ha aggiunto: “Tutto va spiegato bene per avere una partecipazione dal basso. Il M5S è d’accordo sui rigassificatori off-shore per affrontare l’emergenza. Dobbiamo parlarne con la cittadinanza e, nel caso ci fosse un no della cittadinanza, cercare delle alternative”. Giusto che i cittadini siano ascoltati e capiti. Però, ci chiediamo, se tutti i comuni d’Italia dicessero no cosa faremmo? Con la logica del Nimby (Not In My Back Yard/ no nel mio cortile) non si va da nessuna parte, ed è irresponsabile che la politica ragioni in questi termini. È normale, altresì, che i cittadini di Piombino – o di qualunque altra città interessata – pretendano tutte le garanzie di sicurezza necessarie, prima dell’inizio dei lavori, e, aggiungiamo noi, che abbiano anche una compensazione, sia a livello di servizi/risorse, sia a livello di sgravi fiscali o vantaggi nei costi dell’energia.

“Sono convinto che il rigassificatore possa essere un’opportunità per Piombino (Livorno)”, sottolinea il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, prima dell’avvio della Conferenza dei servizi di oggi. “Mi aspetto che ci sia la possibilità di fare incontrare le volontà, i suggerimenti e le osservazioni dei 35 enti chiamati ad esprimere un parere o un nulla osta sulla realizzazione dell’impianto di rigassificazione nel porto di Piombino per tre anni, e poi per gli altri 22 anni in una piattaforma offshore. Snam è abilitata a costruire questa infrastruttura per il superiore interesse nazionale che ci porta oggi a vedere famiglie, lavoratori ed imprese a fare i conti con le bollette: 5 miliardi di metri cubi di gas che ogni anno, dai 162 gradi sotto zero del gas liquido entrano nella rete dei metanodotti nazionali, sono un bel contributo per ridurre questo sacrificio a cui sono sottoposti gli italiani e le imprese italiane”.

“I rigassificatori sono strumenti essenziali per garantire la sicurezza energetica nazionale”, ha detto qualche giorno fa il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. “Pur comprendendo le istanze dei territori, che cercheremo in tutti i modi di favorire, sono per primi i territori a rendersi conto di quanto sia cruciale la loro scelta e non credo che qualcuno si prenda la responsabilità di mettere a repentaglio la sicurezza energetica nazionale per motivi di natura locale. Bisognerà aiutare i territori. Abbiamo concordato con i territori che a Piombino il rigassificatore sarà là per 3 anni, per superare l’emergenza e poi si sposterà. Troveremo un punto di arrivo perché la posta in gioco è molto alta”. Cingolani ha usato la chiave giusta, “trovare un punto di arrivo”. Bisognerà convincere i cittadini che il loro sacrificio verrà ricompensato e che, alla fine fine, sarà un vantaggio ospitare quell’infrastruttura. E che ciò avverrà solo per pochi anni. Così, e solo così, lo sforzo chiesto a un territorio sofferente da anni sarà in grado di dare buoni frutti per tutti.

 

Foto in alto: Wikipedia. Al centro: Sky Tg24

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