Luca Bocci

Il legame tra Natale e carboidrati in Toscana è particolarmente forte, specialmente quando prendono la forma dei tanti dolci tradizionali che non possono proprio mancare sulle nostre tavole. Se l’anno scorso vi avevamo raccontato dei miei preferiti, i ricciarelli fatti in casa da mia madre, stavolta tocca alla combo che fa impazzire la Toscana: i biscotti secchi e fragranti alle mandorle ed il vino dolce che è loro compagno inseparabile. ASCOLTA LA STORIA

 

Nessuno sa bene dove e quando sono nati i cantuccini ma è certo che Galileo Galilei ne andava pazzo. A renderli popolari in tutto il mondo fu un fornaio di Prato che mise a punto la ricetta tuttora alla base di questa versione del famoso dolcetto.

La storia del Vin Santo è ancora più intrigante: se questo vino dolce si fa dalla notte dei tempi, un paio di leggende curiose ci portano o ai tempi della Morte Nera o al Concilio di Firenze, dove il nome sarebbe stato frutto di un misunderstanding linguistico.

Non importa come sia nato, la questione che oggi divide i toscani è molto chiara: pucciare i cantuccini nel Vin Santo o no? Sembra una domanda assurda ma un produttore di Gaiole in Chianti ha messo sull’etichetta delle proprie bottiglie un divieto vero e proprio.

I cantuccini si trovano abbastanza facilmente ma non sempre sono certificati IGP. Per vostra fortuna, farli in casa non è complicato: basta seguire alcune regole base. Se ascoltate l’episodio intero scoprirete la ricetta tradizionale e qualche consiglio ad hoc.

In ogni caso, un Natale toscano non può prescindere da cantuccini e vin santo. Una tavola senza di loro sarebbe quasi un affronto alla toscanità.

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