Giuseppe Capuano

Chi frequenta Lucca Comics da molti anni come me sa che c’è una anticipazione della manifestazione. Una sorta di “spritz” prima del luculliano pasto vero e proprio. E, come lo spritz, potrebbe già bastare se poi non hai la possibilità di poter gustare le giornate ufficiali della kermesse. Si tratta della mostra allestita a Palazzo Ducale che viene aperta qualche giorno prima dell’inizio del festival. È gratuita nei giorni precedenti l’inizio della manifestazione, poi si potrà accedere solo con il biglietto. Nella mostra trovano posto le opere dei grandi autori, italiani e stranieri, in 5-6 gallerie dedicate. La galleria principale in genere è dedicata al disegnatore che ha avuto l’onore di creare il manifesto/locandina dell’anno.

Per questa edizione si tratta del canadese Ted Nasmith, fra i massimi esponenti dell’arte fantasy, re incontrastato delle illustrazioni dedicate all’universo tolkieniano. Delle sue opere mi ha colpito la luce che inonda il paesaggio e che risulta protagonista dello sfondo. I fantasy che frequento io sono in genere cupi, tetri, orrorifici, ho apprezzato perciò la serenità di molte delle sue illustrazioni. Devo però confessare che il poster da lui disegnato per la manifestazione di quest’anno, dal titolo “Hope”, non mi ha entusiasmato. La speranza in abito tricolore nazionale, in primo piano rispetto alla rappresentazione del Duomo e delle montagne carrarine, l’ho trovata un po’ banale, una sorta di scorciatoia grafica che ammicca all’applauso facile. Ma sui gusti non ci si sputa, come recita l’ilare traduzione latina, ma il senso è quello, sicuramente l’opera di Nasmith troverà altri e più competenti estimatori.

Nella sala d’ingresso hanno trovato posto le opere di Chris Riddell, illustratore originale dei grandi classici come “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, la fiaba che, da adulto, mi ha fatto reinnamorare delle fiabe. Nel terzo spazio grande enfasi alle opere di Mirka Andolfo, napoletana, con i suoi personaggi sexy e ironici, coloratissimi, perché lei ha iniziato come coloratrice. Interessante il video/tutor che ci fa vedere, step by step, le fasi di creazione di un personaggio con l’app grafica, dal disegno alla colorazione.

In un angolo, protetto da una tenda nera, il pruriginoso angolo erotico, severamente vietato ai minori. Segue la sala dedicata a Atsushi Ohkubo: Anima di fuoco, non poteva mancare un creatore di manga. E poi la prima volta di una sala dedicata a un creatore di giochi da tavolo, Alex Randolph, nel centenario della sua nascita. Ne ha pubblicati oltre 150. In questa sala si entra in punta di piedi, si torna nel passato, non più illustrazioni multicolori di eroi e eroine ma semplici appunti su taccuini, vecchie scatole di giochi da tavolo, pupazzetti di plastica, dadi, cartelloni con i percorsi e le tappe da percorrere.

Un universo che mi è più familiare, io che giocavo al gioco dell’oca, a Monopoli, a Risiko e che mi sono fermato a packman. Nell’ultima sala le tavole dei due lavori più prestigiosi di Giacomo Nanni: “Atto di Dio”, con la colorata tecnica del puntinismo di pittorica memoria, e “Tutto é vero” che richiama l’atto terroristico di Parigi.

Uno sguardo all’orologio e… accidenti, si è fatto quasi buio, è l’ora dello “spritz”, il secondo.

Giuseppe Capuano

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