Finire col proprio volto su un sito di incontri per adulti deve essere stato tutt’altro che piacevole per quelle donne, 179 in tutto, finite nella rete di tre spregiudicati uomini della provincia di Firenze. Del caso si era occupato un servizio del programma tv Le Iene (Italia 1), che nel 2018 aveva intervistato una persona a conoscenza di questo fenomeno. Dopodiché, tramite un veloce passaparola, alcune donne si erano riconosciute sul sito e subito erano andate a sporgere denuncia.

Dopo una complessa indagine la Polizia postale ha denunciato tre persone, tutte della provincia di Firenze, accusate di aver pubblicato su internet le immagini di numerose donne rubate dai loro profili social. Le foto erano corredate di commenti molto pesanti sulle presunte abitudini sessuali delle malcapitate e sui desideri hard dei frequentatori del sito.

Le immagini, rubate da Facebook e Instagram, erano state utilizzate per creare falsi profili da pubblicare sul sito di incontri. I tre uomini sono stati sottoposti a perquisizione, anche informatica, e al sequestro dei device utilizzati, sui quali sono state trovate numerose prove a loro carico. Le autorità hanno richiesto il rinvio a giudizio nei loro confronti.

Com’era venuto alla luce il caso

Dopo aver visto il servizio in tv una ragazza aveva riconosciuto, in una delle foto, una sua amica. L’aveva avvertita e lei, dopo essersi riguardata la puntata, a sua volta aveva intravisto altre sue conoscenti, finite nelle stanze virtuali chiuse di cui avevano parlato le “Iene” Matteo Viviani e Riccardo Spagnoli. Oltre alla clamorosa violazione della privacy verranno giudicati anche i pesanti commenti offensivi pubblicati sul sito d’incontri, alcuni dei quali parlavano di desideri perversi, compreso il desiderio di stuprare le ragazze, oltre a offese e minacce gravi.

Parlando tra di loro i frequentatori di queste stanze chiuse erano convinti della propria impunità e che nessuno sarebbe mai potuto risalito a loro. “Se Le Iene dicono che sei colpevole ma non sei nemmeno indagato stai sereno”, scriveva uno di loro. E si davano appuntamento su altre piattaforme informatiche, considerate più sicure.

 

Foto: Iene.mediaset.it

 

3 Comments

  1. mortimermouse Reply

    ma com’è che la magistratura non sa fare il suo ufficio, se poi è grazie al programma di italia 1 (guarda caso… famiglia berlusconi!) ? 🙂 quindi delle due l’una: o i magistrati non sanno fare un cassolo, oppure le iene fanno indagini al posto della magistratura (e con metodi molto piu civili e democratici) ? 🙂

  2. SonoBasito Reply

    Penso che i signori sono sicuramente dei sinistri e sappiamo bene che la magistratura su tali persone non prendono mai iniziative.

  3. Personalmente non ho un account Instagram e su quello facebook non ho fotografie. Qualche amico ha postato ahimè anche alcune mie foto, ma in compagnia, in moto , in montagna a sciare, e dalle quali è assai difficile ricavare fotomontaggi per così dire imbarazzanti.
    Basterebbe leggersi i regolamenti dei social per sapere che sono un po’ come il Gatto e la Volpe di Bennato: “tu ci cedi tutti i diritti, e noi faremo di te un divo da hit-parade.”
    Vogliono diventare delle “stars”? O almeno delle presunte tali? Bene ma dopo evitino di lamentarsi per eventuali usi impropri o non graditi delle foto pubblicate. Inutile lamentarsi per privacy o altro visto che alla privacy ci hanno rinunciato loro. Poverine? Forse, ma più che le denunce a destra e a manca sarebbe opportuno consigliare un bravo psicologo visto che per “essere” si sentono in dovere di mettersi in mostra spesso in pose o abbigliamenti che dovrebbero riguardare unicamente la sfera privata.

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