“Leonardo da Vinci rappresenta un legame fortissimo tra Francia ed Italia, rappresenta un segno europeo di civiltà e cultura”. Sono le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della visita al Castello Clos-Lucè, accompagnato dal presidente francese Emmanuel Macron. I due presidenti hanno deposto due mazzi di fiori bianchi nella cappella del castello di Amboise che ospita la tomba di Leonardo, morto qui il 2 maggio 1519, dopo essere stato ospitato per tre anni dal re francese Francesco I. Mattarella e Macron hanno percorso a piedi il breve tratto che conduce dal castello alla foresteria di Clos-Lucè, dove Leonardo viveva con due suoi discepoli ed aveva il proprio studio.

Accolto da Francesco I dopo le delusioni patite in Italia, Leonardo fu nominato “primo pittore, architetto e ingegnere del Re”, gli furono assegnati una casa, Clos-Lucè appunto, un appannaggio di 700 scudi d’oro all’anno e soprattutto gli fu garantita assoluta “libertà di lavorare, pensare e sognare”. Leonardo arrivò ad Amboise a dorso d’asino, portando con sé alcuni dei dipinti che aveva più cari, tra cui la Gioconda, Sant’Anna, la Vergine e il Bambino e San Giovanni Battista, oltre a disegni e scritti sui vari campi di cui si interessava.

“In quelle epoche formidabili in cui l’umanità è profondamente cambiata – ha detto Macron – l’intelligenza e il meglio dei nostri due paesi hanno saputo mettersi insieme. Questo fa sì che il legame tra i nostri due paesi e i nostri concittadini sia indistruttibile. Sono molto felice di ricevere oggi il presidente Mattarella e sua figlia per rendere omaggio alla memoria di Leonardo da Vinci nei 500 anni della sua scomparsa ma anche a questo legame che coloro che hanno saputo inventare, fare, dirigere hanno creato tra i nostri due paesi. Quest’epoca del Rinascimento è stato un momento molto forte di amicizia tra Italia e Francia, in cui un genio del Rinascimento è venuto a concludere i suoi giorni in Francia su invito di un giovane re francese, e che abbiamo potuto ritrovare attraverso i nostri passi fin da Carlo VIII e passando attraverso Luigi XII, che non hanno cessato di essere affascinati e di andare verso l’Italia. Credo che questa sia la nostra visione comune delle relazioni tra i due paesi”.

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