Destò molto scalpore la notizia delle due giovani, di 19 e 21 anni, segregate dal padre che le voleva costringere a un matrimonio combinato. L’uomo, un bosniaco di etnia rom di 46 anni, tuttora è in carcere con l’accusa di costrizione al matrimonio, maltrattamenti e sequestro di persona continuato. Ora c’è un colpo di scena. Davanti al gip le due ragazze hanno ritrattato l’accusa: “Nostro padre non ci ha picchiato e non ci ha imposto le nozze. Sono stati i nostri fidanzati a metterci contro di lui”. Sarà andata davvero così? Le indagini vanno avanti. Certamente questa nuova versione se trovasse riscontri e venisse confermata cambierebbe moltissimo la posizione dell’uomo. Il suo avvocato ha già fatto sapere che chiederà la scarcerazione e, se verrà respinto dal gip, si rivolgerà al tribunale del Riesame.

Le forze dell’ordine erano intervenute dopo che le telecamere nascoste, piazzate nel campo rom, avevano immortalato il passaggio di denaro (12mila euro) tra le due famiglie, considerato “normale” nella comunità rom, per sancire l’accordo per le future nozze. A far scattare l’indagini, ricordiamo, era stata la denuncia di rapimento presentata dal padre.

Ma perché le due ragazze avrebbero denunciato il padre? Stando a quanto hanno detto al gip perché erano pressate dai loro fidanzati romeni: “Sono stati loro a volerci mettere contro papà”.

Come stanno le due ragazze? Come scrive il Tirreno una, quella convolata a nozze lo scorso 11 settembre con il cugino (come indicatole dal padre) vive con il marito a Bologna. L’altra, invece, aspetta un figlio dal fidanzato. Entrambe stanno bene e assicurano di non aver subito pressioni per compiere questa ritrattazione.

 

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