Diventa ormai sempre più difficile argomentare il cammino del Pisa continuando ad accampare attenuanti e, sostanzialmente, ciò appare ormai esercizio sterile di negazione dell’evidenza.

Contro un Brescia lodevole sul piano della corsa e dell’applicazione, al fischio finale dobbiamo pure essere contenti di un pareggio che muove la classifica e ci consente di tenere a quattro punti la zona playout, anche se solo dopo i recuperi Sudtirol-Brescia e Como-Lecco di martedì prossimo potremo affermarlo con certezza.

I Neroazzurri hanno giocato benissimo solo i primi cinque minuti per poi, raggiunto il vantaggio, progressivamente arretrare e addirittura riuscire a prendere rete nell’ennesima e ancora una volta imbarazzante topica difensiva, con Beruatto scavalcato da un lancio della difesa avversaria e i soliti tardivi movimenti dei nostri centrali Leverbe e Canestrelli che hanno permesso a Bjarnason di pareggiare indisturbato.

La squadra di Aquilani al fischio finale raggiunge il 64% di possesso palla ma in tutto tira in porta appena due volte contro le sette delle rondinelle, cui per fortuna un Nicolas in stato di grazia ha negato la vittoria.

Il punto muove comunque la classifica ma certifica ulteriormente i problemi di questa difficile stagione: Aquilani continua a non trovare la quadra in difesa, pur se la colpa certamente non è solo sua ma dei giocatori che ha a disposizione che purtroppo reiterano gli stessi errori, mentre il centrocampo, appena privo di un “guerriero” incontrista come Marin, diventa fertile terreno per le incursioni avversarie.

Per non parlare nel reparto avanzato, dove la mancanza di una prima punta alla Coda si fa sempre più palese.

Ma saremo questi fino al mercato di gennaio, e a quel momento mancano cinque partite difficilissime dalle quali cercare di tirar fuori più punti possibile per tenere a debita distanza la zona che scotta.

Tanto per cominciare sabato prossimo alle 14 riceveremo la Cremonese, terza in classifica, quattro vittorie consecutive, squadra completa ed affiatata in tutti i reparti.

Affrontarla con il solito piglio può esporci ad un naufragio, scendere invece in campo con il coltello tra i denti, creando in tutti i modi più protezione alla nostra porta, giocando sulla ripartenza e sulla verticalità, potrebbe forse permetterci di andare a punti.

Brutta anche l’atmosfera che si respira all’Arena, la Curva invoca un dialogo, giusto che la Società ci rifletta.

L’unione fa la forza, e solo tutti uniti possiamo raggiungere la Salvezza.

Andrea Cosimi

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