Alla fine a dirsi soddisfatto della soluzione del problema è stato anche l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori. “Sono molto lieto che la comunità islamica della nostra città abbia trovato lo spazio adeguato per la moschea, il luogo dove esercitare la propria vita religiosa comunitaria e il proprio culto. Siamo legati alla comunità islamica da lunga e sincera amicizia, e con le altre confessioni religiose siamo stati sempre vicini e abbiamo sofferto con loro in questi mesi difficili”. La notizia è che, dopo diversi anni di polemiche e di tira e molla, la situazione di stallo finalmente si è sbloccata: la moschea di Firenze sarà trasferita dall’attuale sede sotto sfratto in piazza de’ Ciompi nei locali di un’ex filiale di banca Intesa, poco distante. A pagare è stata la comunità islamica, che ha fatto un’offerta (l’unica presentata) di 1.251.000 euro

Una buona notizia, perché un luogo di preghiera non ha mai fatto né può fare male a nessuno. Purché tutto si svolga, com’è giusto che sia, nel rispetto delle regole.

“La comunità ha avuto fiducia in me – ha dichiarato ha dichiarato l’imam Izzedin Elzir – ho dovuto lavorare in maniera molto riservata per non bruciare i progetti. Ringrazio il Comune, in particolare il sindaco Dario Nardella e l’assessore Sara Funaro: li ho chiamati anche a mezzanotte, alle 6 del mattino, loro avevano sempre il telefono acceso per me e non è scontato”. Poi ha aggiunto: “Ringrazio Marco Carrai, il console onorario di Israele a Firenze, che mi ha chiamato circa 45 giorni fa, mi ha detto di essere disponibile a dare una mano in qualsiasi modo. Vorrei ricordare anche il primo donatore, Franco Cardini, che ha dato un finanziamento di 1000 euro per la compravendita della moschea. Sulle donazioni abbiamo chiesto solo che fossero trasparenti”.

I sospetti della Lega. “Ci domandiamo da dove arrivano tutti questi soldi improvvisamente e chi siano i benefattori” affermano, in una nota, il capogruppo in Consiglio Comunale e segretario provinciale della Lega Firenze, Federico Bussolin, e il commissario comunale della Lega Firenze, Federico Bonriposi. “L’Imam ha dichiarato in attesa dell’esito della loro offerta: “vorrei ringraziare il Comune di Firenze, nelle persone del sindaco Dario Nardella e dell’assessore Sara Funaro per averci accompagnato ed esserci stati vicini in questo percorso”. Così “vicini” dal Comune da garantire anche su attendibilità fondi per l’acquisto della moschea? Così vicini alla Comunità Islamica aggiungiamo, ma così estremamente lontani dai cittadini residenti visto che ancora una volta non c’è stato nessun percorso partecipato serio o confronto pubblico sulla nuova location – aggiungono i due esponenti della Lega – Riteniamo opportuno, infatti, ripensare la gestione del giardino del Gratta, oggi scansato dai residenti perché utilizzato come estensione dell’attuale Moschea. Così come rimangono irrisolti i disagi esterni durante i giorni di preghiera”.

Ora, se la Lega sa qualcosa di utile per la comunità lo dica chiaramente. Quei soldi non sono stati trovati dalla comunità islamica? Oppure il partito di Salvini intende qualcosa di diverso? Magari qualche istituzione (bancaria) ha fatto da garante per far arrivare in porto l’operazione? E quindi? Resta il fatto, e la Lega non può non ammetterlo, che un grosso problema, che andava avanti da più di venti anni, presto sarà risolto. Quindi bisogna continuare a polemizzare? Lo ripetiamo, se la Lega è in possesso di informazioni utili e intende fare piena chiarezza sulla vicenda, le tiri fuori.

“Oggi siamo a un punto di svolta storico per la nostra città e la comunità islamica a Firenze – ha dichiarato il sindaco di Firenze Dario Nardella – dal 2004 si fanno discussioni, polemiche politiche inutili: siamo arrivati con un gioco di squadra importante ad individuare la nuova moschea della comunità musulmana della nostra città. Alla fine la volontà della proprietà di procedere allo sfratto esecutivo della moschea di piazza dei Ciompi è stata una scintilla che ha accelerato il processo. A nome della città – ha sottolineato Nardella – devo ringraziare tante realtà, c’è stato anche un processo delicato e complesso. Ringrazio corte di appello, prefettura, questura, che hanno sempre accompagnato con attenzione il percorso. Da ottobre in poi ci siamo ritrovati con una situazione molto difficile, la città è stata molto ferma per difendere la comunità di fronte ad uno sfratto che ritenevamo inappropriato perché mai nel Paese un luogo di culto è stato sfrattato”. Per quanto riguarda i tempi di trasferimento della moschea, secondo l’assessore Sara Funaro, “i lavori dovrebbero dare la possibilità di avere la sede pronta per l’8 giugno”, giorno dello sfratto della sede attuale di piazza de’ Ciompi.

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