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Appena rientrato all’università Conte torna in aspettativa per guidare il M5S

- Politica
30 Marzo 2021

Giuseppe Conte era entrato in aspettativa, perché il fatto di essere presidente del Consiglio dei ministri gli impediva di poter svolgere, al contempo, l’incarico di professore universitario all’università di Firenze. Poco fa è rientrato in funzione come professore di diritto privato dell’ateneo fiorentino, ed ha tenuto una lectio magistralis trasmessa in  diretta streaming. Ma il suo ritorno alla “normalità”, con tanto di stipendio di marzo regolarmente pagato, è brevissimo. Dopo appena un mese, infatti, si parla già di una nuova aspettativa. Questa volta non per un ruolo di governo bensì per un incarico politico. Divenendo leader del Movimento 5 Stelle, infatti, dovrà di nuovo separarsi dalla docenza, in virtù della legge 382 del 1980, che pone automaticamente in aspettativa chi va a ricoprire il ruolo di segretario o presidente di un partito o movimento politico con rappresentanti in Parlamento.

In questo mese o poco più di docenza Conte non ha avuto modo di svolgere il proprio lavoro, pur avendo incontrato i vertici della facoltà di Giurisprudenza e del dipartimento di Scienze Giuridiche per definire i suoi prossimi impegni didattici. Con tutta probabilità avrebbe tenuto le sue prossime lezioni a partire dal prossimo autunno, visto che le lezioni del secondo semestre di questo anno accademico erano già state programmate. Ma ci sarà un nuovo stop.

Del resto il rettore dell’ateneo fiorentino, Luigi Dei, fin da subito era stato chiaro: “O leader del Movimento 5 Stelle o docente universitario. Non si tratta di un aut aut intimato a Conte dall’Università di Firenze, ma della legge”. Il 18 febbraio scorso lo stesso Dei ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, aveva detto: “Ho sentito Giuseppe Conte, lo vedrò la prossima settimana e il primo marzo tornerà ad insegnare da noi, diritto privato oppure civile. Mi ha detto che ha molta nostalgia degli studenti, mi è parso avesse voglia di tornare all’Università, ama molto la parte didattica del nostro lavoro”. Evidentemente tutta questa voglia non c’era. A meno che, nel frattempo, il professore sia stato irrimediabilmente sopraffatto dalla passione per la politica.

 

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Giornalista.

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