Dopo una vita da precaria è arrivata la bella notizia per una prof di diritto ed economia delle scuole superiori: può essere ammessa in ruolo (che vuol dire assunzione a tempo pieno). La beffa è che ha già 67 anni e, giustamente, ormai è in pensione. Una storia assurda quella di Paola Fortunati, di Pistoia. Pensate quanti studenti sono passati davanti a lei in quasi quattro decenni di attività, tra spiegazioni, interrogazioni, consigli di classe, gite e altre attività scolastiche. Il primo incarico, come racconta al Tirreno, lo ebbe 34 anni fa. Lei non era più giovanissima, aveva 33 anni e una laurea in giurisprudenza. Nel 1999, con il concorso ordinario, ottiene l’abilitazione. L’anno dopo inizia a lavorare e va avanti, anno dopo anno, senza mai un’interruzione. O meglio, l’interruzione c’era, da contratto, per i mesi estivi: da settembre a giugno era regolarmente a scuola, con i suoi ragazzi.

Ha sempre sperato di porre fine al proprio status  di precaria, senza mai riuscirvi. Quando ce l’ha fatta per uno strano scherzo del destino era ormai troppo tardi. Con 67 anni sulle spalle e i contributi raggiunti, da luglio si apre la stagione della pensione. E in quel momento arriva la beffa. Le comunicano che da settembre sarebbe passata di ruolo, ottenendo una cattedra in una scuola di Massa.

La normale amarezza non impedisce alla signora Fortunati di rivolgere un appello accorato a chi governa il mondo della scuola: “Lo Stato deve garantire un unico metodo di reclutamento degli insegnanti, altrimenti il risultato non può che essere questo: una professoressa, che ha dedicato tutta la sua esistenza alla scuola, viene beffata dal sistema”. Ha scelto la parola giusta la professoressa: la sua vicenda ha proprio il sapore amaro della beffa.

 

Foto: Facebook

1 Comment

  1. Adriano Zoin Reply

    Solamente nelle regiono con a capo i social-comunisti succedono queste cose

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