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Regionali, sinistra nel caos: l’asse Pd-M5S manda i renziani su tutte le furie

- Politica
12 Febbraio 2020

Acque agitate nel centrosinistra toscano in vista delle prossime elezioni regionali di maggio. Si registrano degli spostamenti “strategici” che creano imbarazzi e polemiche. Vediamo subito di cosa si tratta. Il consigliere regionale Gabriele Bianchi ha deciso di lasciare il Movimento 5 stelle per passare nell’area della maggioranza di centrosinistra. Bianchi, che entra nel gruppo misto con la sua formazione appena nata, “Toscana nel cuore”, fa sapere che sosterrà la candidatura di Eugenio Giani (Pd) alle prossime elezioni regionali. “Il Movimento – spiega – non mi permette di fare questa coalizione e allora me ne vado io. È inutile stare l’uno contro l’altro armati”. Già, ma il M5S come si presenta alla prossima corsa elettorale? Ufficialmente correrà da solo con Irene Galletti, che nel voto sulla piattaforma Rousseau ha superato Giacomo Giannarelli, già candidato governatore nelle elezioni 2015.

Nel centrosinistra l’ingresso dei fuoriusciti grillini non piace a tutti. I più insofferenti sono gli esponenti di Italia Viva, per ragioni ideologiche ma non solo. Sotto traccia, infatti, nel Pd si cerca ancora di trovare un accordo con il M5S. Ma questo, appunto, riguarda i Cinque Stelle. Quanto ai fuoriusciti il pressing, già partito, spinge affinché diano vita ad una lista di appoggio a Giani. Intanto partono le scaramucce. Il capogruppo regionale di Italia Viva, Stefano Scaramelli, polemizza con la consigliera Alessandra Nardini (Pd), zingarettiana: “Volevo offrirle un caffè ma la vedo ancora nervosa, quindi meglio una camomilla, quando vuole. Voglio vedere se si può rilassare”. Puntuale arriva la replica: “Leggo che da Italia Viva mi arriva l’invito a prendermi una camomilla. Beh, visto quanto è esagitato Renzi in questi giorni, sia sul fronte regionale che su quello nazionale, consiglio a Scaramelli di rivolgere l’invito al proprio leader. Rilancio: invito il mio collega domani, per un tè alle cinque, rispolverando una tradizione britannica dalla quale spererei assorbissero anche un po’ di educato contegno nella discussione”.

Il clima è reso, inutile fare troppi giri di parole. Pd e Italia Viva continuano a punzecchiarsi. E i renziani se la prendono anche con il gruppo “2020 a Sinistra”, che risponde per le rime. Insomma, è un tutti contro tutti che sicuramente non aiuta la coalizione e mette quasi in secondo piano il fatto che il centrodestra non abbia ancora sciolto le riserve comunicando il nome del candidato per la Regione. Italia Viva teme l’eventuale lista Giani (caldeggiata dal Pd) perché si rende bene conto che potrebbe esserci un travaso di voti dal proprio potenziale bacino al raggruppamento vicino al candidato presidente. Il Pd del resto vuole replicare quanto già avvenuto in Emilia Romagna, con la lista Bonaccini che ha dato il proprio contribuito per la vittoria. “Tutto ciò che aggiunge alla coalizione di centrosinistra che abbiamo messo in piedi – dichiara Valerio Fabiani, della segreteria nazionale Pd – rappresenta un surplus e non un rischio per i partiti dell’alleanza, ciascuno dei quali è giusto che faccia la propria corsa”. Nella sinistra toscana c’è anche chi caldeggia l’ipotesi di “scaricare” Renzi e di puntare con forza sulla lista Giani. L’eventualità di rompere con l’ex premier ovviamente avrebbe immediate ripercussioni sulla vita stessa del governo.

Chi pensa che la sinistra stia litigando solo per i posti in lista e le candidature sbaglia di grosso. La discussione si fa molto accesa anche su alcuni temi caldi, quali ad esempio la sanità, l’acqua e gli Airbnb. Italia Viva giudica inaccettabili alcuni punti programmatici cari a “2020 a Sinistra” (come ad esempio il ritorno all’acqua pubblica, sostenuto anche dal governatore uscente Enrico Rossi). E Renzi continua a tenere il fiato sul collo agli alleati, non escludendo di candidarsi in prima persona per un seggio in Regione. Ovviamente per portare voti alla propria lista e toglierli (anche) al Pd.

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Giornalista.

1 Commento
    mozzafiato

    Ma grillini e soprattutto comunisti, NON SONO MICA SCEMI! In emilia romagna, in pratica Bonaccini ha vinto grazie si voti dei grillini perché l’obiettivo VERO era quel di non far vincere Salvini! Ormai i 5st sono un movimento in via di rapida dissoluzione con i dioi brandelli che affluiranno quasi completamente nel PCI… E NON BISOGNA NEMMENO CREDERE ALLE INDAGINI DEMOSCOPICHE perché con i rilevatori essi si dichiareranno grillini, ma nell’anonimato della cabina VOTERANNO PCI ! Ecco perché IN TUTTE LE VOTAZIONI AMMINISTRATIVE NELLA REALTÀ, D’ORA IN AVANTI, BISOGNA CONSIDERARE LA SOMMATORIA DEI VOTI DI PCI e 5 ST. Alla luce di questa realtà introdotta con le votazioni in E. R. le intenzioni di voto, contano come il due di briscola. Anche Renzi (IL SOLO ANTICOMUNISTA RIMASTO NEL PCI) deve rassegnarsi anche se ufficialmente il PCI stesso procederà con una propria lista. Ma in questo caso… contento lui…

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