Francesco Fasulo

Prendi la Lilla e vai a vedere la Viola. Son tornato alle due da Cagliari e piuttosto di andare a San Siro avrei fatto qualsiasi altra cosa, anche non ludica. Tipo dormire. Vedo un calcio che non mi interessa e che non mi appassiona, sbadigliando per buona parte della partita. La Fiorentina gioca da squadra e il Milan vince da grande.

Mi diverte guardare la gente che tifa sguaiatamente e immaginarla nel proprio ambiente di lavoro. Fantastico sulla vita del briatorino che tiene banco nel suo settore dove, apostrofato come ‘il professore”, è abbonato da anni .

I quattro ragazzi pugliesi davanti alla mia sedia fumano erba e scomodano tutta la fila ululando per ricevere tre birre a testa in 90 minuti. Si sentono in Curva, non lo sono e rompono non poco. La modella civettuola che sembra uscita da un servizio di Playboy è troppo. Ogni abito va indossato nel luogo adatto. Il bambino splendidamente cicciottello con la maglia di Leao che mi rintrona di domande sul Pisa è quello che vorrei vedere sempre allo stadio.

Non vorrei sentire il tifo “pompato” da una voce diffusa in tutto lo stadio; non vorrei la discoteca che non fa sentire quel che mi dice il mio vicino. Non vorrei dover sopportare qualcuno che ulula ad ogni fallo fischiato correttamente. Non vorrei vedere ragazzi in Curva tutti vestiti di nero che vogliono sembrare un esercito. Non vorrei non potermi sedere nel posto per cui ho pagato un biglietto perché qualcuno fa la voce grossa.

Vorrei che qualcuno facesse rispettare le quattro regole fondamentali per la convivenza sociale. Chiedo troppo?

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