Dopo una settimana ci è ricascato, alzando di nuovo le mani sulla compagna. Questa volta con calci e pugni le ha causato un trauma cranico e 30 giorni di prognosi. L’uomo, un 35enne italiano, è finito di nuovo in manette. Il grave episodio è avvenuto a Firenze. Gli agenti di polizia l’hanno arrestato per maltrattamenti e lesioni. La lite sarebbe scoppiata per motivi futili, rimproverandola per aver “cucinato male”.

Una storia incredibile, che fa tornare in mente i pestaggi dei talebani sulle donne, in Afghanistan, raccontati da alcune vittime e poi, magistralmente, nel romanzo di Khaled Hosseini (Mille splendidi soli). Le botte e le vessazioni andavano avanti da anni eppure la donna, dopo l’ultimo grave episodio, aveva riaccolto l’uomo a casa. Dopo neanche tre giorni, al culmine dell’ennesima lite, un nuovo pestaggio, con la donna che, duramente colpita al volto e i vestiti strappati, è dovuta fuggire andando a chiedere aiuto nella vicina sede di una Misericordia. L’uomo l’ha inseguita e, non contento della dose di botte che le aveva rifilato, ha continuato a prenderla a schiaffi. Chiamati i soccorsi in poco tempo sul posto sono arrivate le forze dell’ordine, che hanno fermato l’uomo ammanettandolo. Con sé aveva una dosa di marijuana e una di cocaina.

Numerose sarebbero le violenze subite dalla donna. Oltre a quello di ieri, domenica 24 gennaio, e quello del 17 gennaio, ci sarebbe almeno un altro episodio, risalente al 2019. In quel caso l’uomo fu denunciato, sempre per lo stesso motivo, maltrattamenti. Resta da capire quali strani meccanismi psicologici possano indurre una persona a mettersi tra le grinfie di un aguzzino, che più di una volta si è macchiato dello stesso tipo di reato. È evidente che la vittima dovrà essere aiutata, per acquisire maggiore sicurezza ed autostima ed evitare, nei limiti del possibile, pericolose frequentazioni che, alla fine, potrebbero avere anche conseguenze peggiori.

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