Paolo Lazzari

La Fiorentina che cede anche al Torino è una rappresentazione troppo sbiadita per dirsi autentica. Un avvitamento, quello della squadra, che Italiano ha provato a cicatrizzare così: “Siamo più indietro in classifica rispetto ad un anno fa perché c’è meno qualità”. Il confronto di sicuro è impietoso: al giro di boa del campionato, nella scorsa stagione, i punti erano 32. La media a partita? 1,68 contro l’1,21 di oggi. Sintomo più che evidente che qualcosa si è brutalmente inceppato. Per trascinarsi fuori da questo vortice depressivo serve al più presto una scossa. Un’iniezione di entusiasmo. Da quando il calcio esiste, solo tre cose sono in grado di procurarla. La prima sono i risultati, ma è quantomeno difficile infilarli se mancano gli altri due presupposti. Che poi sarebbero il bel gioco e i rinforzi dal mercato. Complesse, a dire il vero, anche queste ultime due variabili.

La squadra che fino ad un anno fa sciorinava un calcio scintillante pare essersi gradualmente dissolta. Torreira, pure con le sue lacune difensive, l’aveva fatta girare magnificamente nella prima parte della stagione. Là davanti la grande mole di gioco affastellata veniva concretizzata. Il possesso palla era più accentuato e questo, di per sé, era già il primo modo per difendersi. Non è semplice, però, giocare fluentemente quando gli interpreti sembrano – come ha sostenuto lo stesso mister – non all’altezza di quelli della scorsa stagione. Odriozola, per dire, aveva fatto meglio di Dodò. Cabral, Jovic e Kouamè, messi insieme, non fanno un Vlahovic. Allora l’altra analisi lucida è quella che deve essere compiuta sul mercato. La società ha incassato circa 200 milioni dalle molteplici sessioni degli ultimi anni, ma se possibile ne ha spesi anche di più per rinforzarsi. I nomi suindicati, uniti a quelli di Ikonè e compagnia fluttuante, non hanno tuttavia prodotto i risultati sperati.

Adesso Commisso, aspramente criticato al Franchi, si trova di fronte ad un bivio. Dopo circa quattro anni di gestione, il tempo dell’attesa è ormai consunto. La piazza viola esige risultati. La finestra per gli acquisti ancora aperta suggerirebbe la necessità di un rapido intervento: serve, ormai è evidente, qualcuno in grado di infilarla in porta. Certo, Rocco può sempre trincerarsi dietro a tutte le spese già eseguite, ma la sostanza dei fatti non cambia. Un paio di nuovi innesti, più in attacco che altrove – centravanti ed esterno sarebbero l’ideale – potrebbe rivitalizzare la comitiva gigliata.

Come fare a spuntare l’affare giusto dentro ad un panorama oggettivamente intricato? Tocca giocare d’acume, indirizzandosi – magari – su certi attaccanti affidabili che in serie A, complice l’inattesa esplosione di nuovi prospetti, non stanno più trovando spazio. La formula potrebbe anche essere quella del prestito con diritto di riscatto, così da darsi il tempo e lo spazio per non sbagliare.

Staremo a vedere. Di certo il tempo per uscire dal limbo di mediocrità in cui la Fiorentina si è cacciata è sempre più compresso.

 

 

Foto: Acf Fiorentina (Facebook)

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