SPIGOLATURE / Idee, recensioni, opinioni, fatti, chiacchiere di Guido Martinelli

Sento l’impellente necessità di fare outing: sono un no-vax. O perlomeno lo sono decisamente diventato da poco. D’altronde, di fronte a prove certe crollano le più granitiche certezze. Inutile opporre la logica stringata della razionalità di fronte all’evidenza dei fatti. Nel corso di questa rovente estate sono avanzate anche sin troppe prove della fondatezza di certi sospetti. Per esempio, fermiamo la nostra attenzione sulla partecipazione degli atleti azzurri alle principali competizioni internazionali mondiali estive. Da giugno è stato un susseguirsi di trionfi: europei maschili di calcio, olimpiadi e paralimpiadi, europei femminili di volley, importanti tornei di tennis, competizioni varie di ogni disciplina. Tutto un susseguirsi di sventolar di coppe, medaglie e trofei vari. E non è ancora finita.

Mai si ricorda, a memoria umana, una simile passerella trionfale per un paese di media grandezza. Fossimo popoli numerosi come russi, cinesi, americani si comprenderebbe. Ma in un paese come il nostro, per di più storicamente privo di attrezzature sportive e investimenti statali adeguati alla bisogna, si potrebbe sfoderare il termine miracolo per spiegare tutte queste mani alzate in segno di giubilo per essere riuscite a primeggiare. Ma siccome i miracoli non sono cose da umani prende forma il sospetto che dietro il primato ci possa essere qualcosa di truffaldino. Non siamo noi i più furbi dell’orbe terraqueo? Quelli che non rispettano le file e cercano sempre, trovandola, una scappatoia per fregare il prossimo? O almeno così ci dipingono.

Quindi, gli inaffidabili devono aver trovato un’escamotage per avere la meglio sugli altri. Senza dubbio. E il pensiero vola subito lì: al vaccino. Anche perché è l’unica variante introdotta quest’anno nel nostro paese rispetto agli anni precedenti. Tale ipotesi mi è stata suggerita dai social dove si è diffusa la domanda facendola passare per una facezia: cosa avete messo nei vaccini? Ho preso sul serio la battuta e seguendo questa pista sono arrivato a scoprirne di più.

Siccome gran parte dei miei nuovi amici complottisti ritiene che Soros sia uno dei capi di questo grande complotto mondiale pandemico, ho trovato che l’anagramma del suo cognome è Rosso: chiaro indizio di riferimento politico. A questo punto il cerchio si stringe. Non è che questo genio del male, questo radical chic, rivoluzionario con la scarsella ricolma di danari, ha qualche lontana origine italiana per cui ha voluto preferire la terra natale? Come? Ma semplicemente adulterando quei velenosi preparati, sicuramente privi di utilità per fermare questa banale influenza ingigantita dai mass media, utili per far acquisire prestigio internazionale con la nomea di vincenti magari per qualche suo oscuro fine commerciale presente nella terra d’origine.

Ovvio, quindi, che la sua famiglia provenga da una località dove quel colore rosso, celato ma presente nei loro cuori, è stato ed è preferito nel momento di esprimere il voto. Seguendo queste orme con circospezione, stamani, sono giunto alla seguente conclusione: Soros è nato a San Giuliano Terme.

Foto: Formiche.net

Scrivi un commento