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Il Gioco del Ponte deve aprirsi alla città

- Cultura, Interviste
27 Giugno 2017

Ci piace tornare a parlare del Gioco del Ponte, una delle manifestazioni più importanti e sentite in città. Lo facciamo con uno dei protagonisti, Gabriele Puccini, Magistrato di San Martino. Nell’ultima edizione del Gioco la sua squadra si è scontrata ad armi pari con la corazzata San Michele. La “battaglia”, durata ben 15 minuti e 29 secondi, è stata la più lunga di tutte le sei disputate.

Cos’è per te il Gioco del Ponte?

Una delle espressioni più genuine ed immediate del mio essere pisano. Il Gioco del Ponte è tradizione resa concretezza. Il Gioco del Ponte è una città che per un giorno ritrova se stessa in un clima di festa.

Da quanto tempo sei Magistrato di San Martino? Che cosa vuol dire (cosa comporta) essere Magistrato?

Da tre anni. Essere Magistrato significa rappresentare la propria Magistratura nel territorio di riferimento e comporta un’ intensa attività diplomatica e di relazione con le realtà esistenti.

L’Arno.it ama parlare della pisanità, un sentimento diffuso in tutto il mondo. Tu sei impegnato in altre iniziative oltre al Gioco?

In questi anni la Magistratura San Martino ha partecipato alla Sagra del Cinghiale di Chianni ed alla Sagra della Ciliegia di Lari (dove è ospite fissa da ormai 3 anni) esponendo con fierezza i vessilli della pisanità e fornendo “esibizioni di carrello”.

Altre iniziative in cui sei impegnato?

A titolo personale in questo ultimo anno ho collaborato con gli amici Andrea Bertolini, Sandro Catassi, Riccardo Ciucci, Adolfo Masoni, Daniele Gioli, oltre che con la mia compagna Lisa Di Cocco, nella gestione del gruppo Facebook “Ivan Zazzaroni fans clebbe #canedelleberve”, creato da Andrea Bertolini per ringraziare il giornalista Ivan Zazzaroni per l’impegno profuso per il Pisa nella difficile vicenda del passaggio societario, vissuta negli ultimi mesi del 2016 e capace di distinguersi per eventi aggregativi durante l’anno calcistico, nonché per attività socio-umanitarie, come la cena che ha visto la partecipazione personale di Zazzaroni del 16 Giugno 2017, con devoluzione di parte del ricavato al piccolo Christian Picarella.

Torniamo al Gioco del Ponte. Qualcuno sostiene che a tratti sia troppo statico… questione, ovviamente, di punti di vista. Tu che ne pensi?

Il vero cancro del Gioco del Ponte è, a mio parere, la staticità mentale (figlia di una cultura arcaica da debellare ad ogni costo, a mio sommesso parere) di tutti quegli interpreti, che ancora sostengono che l’impegno delle Magistrature debba essere solo ed esclusivamente rivolto ad agevolare la preparazione militare delle squadre (mediante l’acquisizione di sponsor per acquisto di materiali, vestiario da allenamento e generi alimentari), senza minimamente preoccuparsi di fidelizzare i territori di riferimento e la popolazione residente.

Assurdo. Al Palio di Siena, per citare una delle rievocazioni storiche più importanti d’Italia, per 365 giorni all’anno c’è vita di contrada. Secondo te cosa si può fare per aumentare il senso di appartenenza e l’amore per il Gioco?

Per come la vedo io si dovrebbe sganciare la cosiddetta attività civile delle Magistratura dall’attività militare delle squadre (attività che dovrebbe essere gestita esclusivamente dal Capitano), in modo da lasciare il Magistrato libero di occuparsi solo ed esclusivamente dell’ampliamento, a fini di fidelizzazione, del rapporto con le forze presenti nel territorio e non anche del reperimento fondi per l’acquisto di dotazioni e materiali necessari al miglioramento militare delle squadre. In questo sistema, vetusto ed arcaico, in cui si pretende, invece, che il Magistrato sia responsabile delle squadra, risulta oltremodo complesso, per lo stesso, dedicarsi alle altre fondamentali attività, con l’inevitabile conseguenza di una chiusura verso l’interno delle Magistrature e di un susseguente scollegamento con la vita dei quartieri, e l’impossibilità di creare un sistema di condivisione ed immedesimazione continua con la popolazione  residente.

Quanto si allena uno che spinge al carrello? Oltre alla forza cosa serve per vincere?

I combattenti si allenano 2-3 volte alla settimana da Settembre fino a Giugno.

Cosa serve per vincere?

Occorrono tecnica, forza e cuore.

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Giornalista.

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